Il dono nel mondo dell'utile


Si deve a Salsano l’introduzione in Italia del lavoro di Karl Polanyi, così come la diffusione del pensiero dei pensatori antiutilitaristi francesi Alain Caillé e Serge Latouche. In quest’opera (curata da Giulio Sapelli dopo la morte di Salsano) vengono pubblicati alcuni testi in cui è discusso, attraverso la questione del "dono", il conflitto antiutilitarismo-utilitarismo, in particolare le relazioni tra dono e società di mercato, dono e Stato, dono e forme di scambio, dono ed estetica, dono e ambiente. Salsano fornisce questa definizione del dono: «Forma di scambio fondata sulla reciprocità personalizzata e differita» (p. 36); relazione personalizzata, in quanto nel dono non sono solo le merci a circondarci e a prevalere, ma «il calore della persona che mi offre tanto l’oggetto quanto il sentimento» (p. 12); relazione differita, in quanto essa dura nel tempo, non si consuma, vive nella e della storia. Il dono dunque come matrice universale (rituale e simbolica) di ogni altra forma di scambio. Per Salsano si tratta quindi di ripensare fino in fondo i rapporti sociali attraverso il modello di triplice obbligo del dono (dare, ricevere, ricambiare) e di trasferire questa forma di scambio nel mondo contemporaneo, dominato da Stato e mercato. Nato come critica all’economicismo implicito nelle scienze sociali, l’antiutilitarismo è una critica della modernità e allo stesso tempo la ricerca di forme democratiche moderne corrispondenti a un "vero" utilitarismo. La recente crisi dei mercati finanziari non fa altro che dimostrare come l’assunzione dell’utilitarismo a paradigma totalizzante dell’universo economico conduca al disastro della stessa economia capitalistica. A conferma dunque del necessario dubbio di cui bisogna investire l’universalità dell’homo oeconomicus mosso dal calcolo dell’utile individuale, emerge la riflessione sul dono di Salsano, che si pone non solo in chiave critica ma anche in chiave propositiva, mediante l’individuazione di strategie di gestione sia della produzione sia della distribuzione di beni economici a fini evidentemente non utilitari. Il dono mostra infatti come esista una «poligamia» delle forme di scambio che va al di là della «monogamia» di Stato e mercato, cioè la difficile ma esclusiva convivenza di redistribuzione e scambio mercantile: «Lo spazio del dono risulta quello del ritorno del legame sociale alla ribalta della vita pubblica, uscendo dagli ambiti in cui ha resistito al doppio attacco del mercato e dello Stato per diventare forma di scambio e d’integrazione sociale consapevole e in grado di limitare le altre due senza perdere i benefici che l’individuo e la società nel suo complesso hanno acquisito attraverso esse» (p. 45).

Dati aggiuntivi

Autore
Anno pubblicazione 2008
Recensito da
Anno recensione 2009
ISBN 9788833918808
Comune Torino
Pagine 131
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