Della lealtà civile

Saggi e messaggi nella bottiglia


Scritti tra il 1992 e il 1997, i diciotto saggi contenuti in questo volume affrontano una grande varietà di argomenti – dal costituzionalismo alla bioetica, dall’amicizia al rapporto tra etica e politica – riflettendo sull’evoluzione dell’indagine filosofica degli ultimi vent’anni, spostatasi dall’ambito delle teorie dedicate a classi di conflitti distributivi verso teorie miranti a rispondere a classi di conflitti identitari. Soprattutto nei primi saggi del volume, attinenti ai diversi aspetti di una possibile nuova teoria della giustizia, Veca si pone al centro del dibattito tra il liberalismo politico e le teorie comunitarie, delineando un possibile terreno valoriale utile per la sinistra di fine secolo, in grado di assumere la difesa della pluralità, e abbandonando qualsivoglia colonizzazione dell’avvenire propria di ogni tipo di filosofia della storia. Ciò senza rinunciare ad una rielaborazione di Marx, interpretando in senso normativo il concetto di alienazione dell’uomo ridotto a merce del sistema capitalista in opposizione a Marx stesso e alla sua pretesa di scientificità (Marx e l’idea di giustizia). Accennati i presupposti sui quali si dovrebbe articolare la relazione stato-economia-cittadinanza e definite le istituzioni eque e uniformi del contratto sociale europeo, come l’insieme di mezzi più idoneo per la ricerca del buono, poiché esse già garantiscono il giusto utilitaristicamente inteso, si pone il problema di ampliare i termini del dibattito dalla dimensione dei sistemi chiusi (Stato Nazione) alla dimensione globale, ovvero di allargare l’ambito dei contraenti dei vari contratti sociali definitesi storicamente secondo una dimensione sovranazionale e intergenerazionale. La domanda fondamentale che Veca pone su questo punto è: “come giustificare istituzioni transnazionali eque e rispondenti ad una concezione di cittadinanza condivisa, coerenti con il carattere trasnazionale dell’operare dei mercati?” Conclude emblematicamente la raccolta L’elogio dell’imperfezione, dedicato al pluralismo dei valori di Isaiah Berlin, contro le critiche più grossolane di relativismo, a favore dell’esercizio costante della scelta tra valori fra loro necessariamente alternativi, seppur limitati entro un orizzonte “umano”. In sintesi la scelta è e deve essere, secondo Veca, tra valori che ci consentano di poter immaginare che cosa potrebbe voler dire vivere una vita dettata da essi. Ciò consentirebbe casi di transizione o compromesso tra valori simili ai trade off degli economisti, così rendendoci consci del fatto che ad ogni scelta corrisponde un prezzo da pagare, in termini di rinuncia ad altri valori possibili.

Dati aggiuntivi

Autore
Anno pubblicazione 1998
Recensito da
Anno recensione 1998
Comune Milano
Pagine 214
Editore