Il sole e la luna

La rivoluzione di Gregorio VII papa, 1073-1085


Ildebrando divenne papa nell’aprile del 1073 con il nome di Gregorio VII, un pontefice destinato a rimanere nella storia. L’autore, nell’introduzione al testo, ci fa sapere che uno storico inglese (C. Morris) nel 1991 paragonò Gregorio a Lenin azzardando il paragone in nome del comune impegno nel costituire ed organizzare l’eversione di un sistema consolidato da secoli, nel comune volontarismo e nella comune tragedia personale e politica. In effetti con il pontificato di Gregorio VII per la Chiesa si apre una nuova era, “l’età gregoriana”, quella che conduce alla Chiesa moderna. Ma è veramente tutto merito di Gregorio VII? C’era un progetto, c’erano delle linee-guida che il Papa seguiva? Perché ed in che senso il pontificato di Gregorio VII è nuovo e diverso da quelli che lo hanno preceduto e seguito? Le domande a cui lo storico cerca di rispondere sono molte e non tutte di facile soluzione. G.M. Cantarella ci avverte subito che la difficoltà e la scommessa dello storico consistono nel ricostruire il contesto, l’ambiente profondo, per cercare di capire in primis la storia e poi il mondo, il presente. Gregorio VII certamente contribuì a scardinare un sistema ormai consolidato, e lo fece  volontariamente, da subito, cercando di aggiustare quel mondo che a lui non piaceva sulla misura di S. Pietro che era il suo «pilastro ideologico, la pietra angolare, il riferimento onnipresente» (p. 27). Ma Gregorio VII, nelle sue lettere, non diceva nulla di nuovo. Per ogni frase che egli scriveva e per ogni proposizione del Dictatus Papae si può trovare una radice nella tradizione, ma totalmente nuovo era il percorso che egli faceva, era nuovo lo sbocco, ma soprattutto era nuovo il modo di usare il linguaggio. Gregorio VII usò per la prima volta una metafora per far impallidire l’autorità regia paragonandola alla luna ed avocando all’autorità del papa la piena luce solare. La solarità era un elemento della costruzione episcopale della regalità, contestare la regia solarità significava contestare l’impianto del modello che era costruito dai vescovi e fondato sui vescovi (p. 24). Attraverso la documentata biografia di Gregorio VII, G.M. Cantarella ci fa da guida in un viaggio suggestivo e affascinante dove i personaggi in questione sono agenti e attori di vicende che sembrano sfuggire al loro controllo:  «Gli eventi rimescoleranno  in continuazione  le  carte.  E i giocatori, ostaggi ciascuno del proprio ruolo, saranno obbligati a seguire gli eventi e ad aggrovigliarsi sempre più irrimediabilmente in un gioco sempre più duro, con sempre più varianti e sempre meno soluzioni. Che alla fine sarà devastante» (p. 106).

Dati aggiuntivi

Autore
Anno pubblicazione 2005
Recensito da
Anno recensione 2006
Comune Roma-Bari
Pagine 354
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