Religione


Scrittore, teologo e psicoanalista, proprio in virtù della sua multiforme attività l'autore riesce a dare conto anche del carattere simbolico e narrativo presente nel linguaggio e nella pratica religiosa. Questi elementi vengono sottolineati nello spiegare come si possa capire una cultura soltanto se non ci si ferma alla contemplazione dei suoi trionfi tecnico-pratici, perché la dimensione simbolica sboccia proprio nel punto in cui essa ha fallito, testimone di cose che sono ancora assenti: in questa assenza sorge la religione. L'esperienza religiosa si nutre di orizzonti utopici che possono essere contemplati soltanto attraverso la forza dell'immaginazione. L'incontro con il sacro e con la religione si presenta quindi per Alves come un determinato tipo di linguaggio, una rete di simboli con i quali gli uomini discriminano oggetti, tempi e spazi, costruendo una volta sacra con la quale coprire il mondo, perché senza di essa il mondo sarebbe freddo e buio: i simboli sacri servono all'uomo per esorcizzare la paura e costruire barriere contro il caos. L'uomo esteriorizza le sue reti simbolico-religiose sull'intero universo, nella speranza che cielo e terra siano ripieni dei suoi valori. In gioco vi è l'ordine di un mondo che assume gli elementi del desiderio e corrisponde alle aspirazioni dell'amore: dato che questa realtà non è ancora presente, la religione appare come la grande scommessa che l'intero universo possieda un volto umano; i simboli religiosi hanno il potere di esprimere il bisogno di vivere in una realtà che abbia senso. Il senso della vita è qualcosa che si sperimenta emotivamente, un cambiamento della nostra visione del mondo che ci fa sentire riconciliati con quello che ci circonda, ripieni di una sensazione di comunione con qualcosa che ci trascende. L'errore, sostiene Alves, comincia quando la religione trasforma questo sentimento, interno e soggettivo, in un'ipotesi sull'universo: è quanto avveniva nel Medioevo, epoca in cui i simboli del sacro acquistarono una densità, una concretezza, una onnipresenza che rendevano il mondo invisibile più vicino della realtà materiale stessa e in cui non accadeva nulla che non passasse attraverso il potere del sacro. In quell'epoca si manifestò in pienezza l'ambivalenza della religione quando viene manipolata da chi possiede il potere sui simboli del sacro: essa può essere usata per illuminare o accecare, per liberare o schiavizzare. Il segno distintivo della religione invece, sottolinea Alves, è la speranza: come il trapezista che si lancia nel vuoto abbandonando ogni punto di appoggio, così l'anima religiosa deve lasciarsi andare verso l'evidenza del sentimento, verso la voce dell'amore, verso i richiami della speranza.

Dati aggiuntivi

Autore
Anno pubblicazione 2007
Recensito da
Anno recensione 2007
ISBN 9788830716599
Comune Bologna
Pagine 126
Editore