Introduzione alle filosofie clandestine


In Introduzione alle filosofie clandestine – traduzione aggiornata e ampliata di Les philosophies clandestines à l’âge classique (Parigi 2005) – Gianni Paganini propone per la prima volta in lingua italiana un percorso puntuale e strutturato sulla letteratura clandestina tra XVII e XVIII secolo. L’attenzione dell’Autore si concentra su un insieme di testi caratterizzati da prese di posizione eterodosse e spesso radicali, la cui circolazione avviene in forma manoscritta e in modo estremamente circospetto, sous le manteau, per aggirare il controllo e la rigida censura dell’ancien régime. L’uso del plurale "filosofie" suggerisce sin dal titolo del saggio la profonda varietà di temi e teorie che contraddistinguono le diverse opere clandestine, delle quali Paganini richiama, di volta in volta, le fonti filosofiche più significative, rivelando al lettore l’esistenza di un’interessante e complessa rete di rimandi e influenze, e consentendogli di inquadrare storicamente il fenomeno clandestino. Il maggiore pregio dell’opera di Paganini risiede nell’ampia ricognizione di testi, a partire da quelli che si potrebbero definire come gli "antesignani" o i "prototipi" della particolarissima forma di comunicazione filosofica rappresentata dal manoscritto clandestino: il Colloquium Heptaplomeres, attribuito a Jean Bodin, e l’anonimo Theophrastus Redivivus. Tra gli altri testi presentati nel saggio è interessante ricordare il famigerato Traité des trois imposteurs o Esprit de Spinosa, la cui leggenda anticipa di alcuni secoli l’effettiva stesura del testo, e il Mémoire del curato di Étrépigny Jean Meslier, il cui anno di morte, il 1729, viene inteso da Paganini come terminus ad quem ideale del percorso, al fine di sottolineare il carattere fortemente anticipatorio che la letteratura clandestina ha avuto rispetto ai prodotti più noti del secolo dei Lumi. I diversi manoscritti sono ordinati dall’Autore a seconda dell’orientamento filosofico che vi predomina, che di ciascun testo offre un’analisi necessariamente rapida ma sempre puntuale, concentrata sulle sue peculiarità più rilevanti e sui principali nodi concettuali, in modo da consentire al lettore di orientarsi all’interno del complesso e variegato fenomeno della letteratura clandestina tra Seicento e Settecento. Paganini ha inoltre il merito di fare il punto sullo stato attuale degli studi e di rendere conto dei dibattiti che si sono sviluppati intorno a temi quali l’ateismo "critico" e l’ateismo "dogmatico", il peso dell’influenza del sistema spinoziano, la geografia del fenomeno clandestino e, in particolare, l’interpretazione complessiva da attribuire a quell’arco temporale che Paul Hazard ha definito come periodo della "crisi della coscienza europea".

Dati aggiuntivi

Autore
Anno pubblicazione 2008
Recensito da
Anno recensione 2009
ISBN 9788842087540
Comune Roma-Bari
Pagine VII + 181
Editore