Le tonalità emotive


Che cosa sarebbero le persone se mancassero del sentire? "Vivere" non sembra essere altro che l’esperienza capace di estendersi tra le sensazioni con cui il mondo ci colpisce e i sentimenti con cui rispondiamo e corrispondiamo a domande, attese, desideri, richieste e valori. Negli anni Trenta del Novecento un allievo di Heidegger, Otto Friedrich Bollnow, decideva di dedicare al sentire un testo che non fosse né di etica né di estetica: un libro che rileggesse alla luce del sentire l’intera esistenza umana senza pretendere di giudicare se gli oggetti del sentire fossero buoni o cattivi. Nacque così il volume Le tonalità emotive, oggi proposto per la prima volta in Italia grazie a Daniele Bruzzone. Avventurandosi in una disamina etimologica non certo semplice, Bollnow sembra essere animato da un duplice intento: chiarire che cosa siano le tonalità emotive, umori stabili e di fondo che sono poi l’orizzonte entro il quale emozioni più specifiche possono inserirsi; ricostruire, attraverso il caso concreto che proprio le tonalità emotive forniscono, un lessico quanto più possibile univoco e completo del sentire umano. Ricco di analisi etimologiche e concettuali, il libro di Bollnow riesce a riservare alle tonalità emotive un posto assolutamente centrale nell’economia del sentire. La vita, infatti, «è sempre emotivamente intonata». Allegria o tristezza, euforia o angoscia, felicità o malinconia, e persino «le situazioni apparentemente apatiche come quelle di noia e indifferenza», attraversano l’esistenza conferendole una particolare colorazione e uno specifico ritmo. Da questo sfondo umorale, intonato o stonato ma pur sempre presente, emergono decisioni, pensieri, comportamenti. Che siano più o meno costanti, che portino a vivere nella distonia o nell’atonia emotiva, che innalzino a un sentire beatifico o che sprofondino l’uomo nel buio delle depressioni, le tonalità emotive fanno la trama e la sostanza della sua vita intesa come vita umana: parlare del sentire è qualche cosa di più di un’analisi delle differenti situazioni esistenziali e del nostro modo di affrontarle, reagendo o meno in modo adeguato. È innanzitutto, come scrive Bruzzone in una serrata introduzione che ha per tema La vita emotiva e la comprensione dell’esistenza, qualche cosa che si prefigge l’obiettivo di «rifondare l’antropologia filosofica». La domanda da cui Bollnow prende le mosse «non riguarda tanto il significato di sentimenti ed emozioni, quanto la natura stessa dell’uomo come animale razionale». Chiedersi da che cosa sia determinata la natura dell’uomo se non si è più in grado di comprenderla a partire dalla ragione, o dalla sola ragione, è una domanda che obbliga a rivedere l’intero assetto dell’antropologia filosofica e, con esso, quello della filosofia tutta: la quale, che se ne renda conto o no, resta ricerca del sapere portata avanti dall’uomo, che non può dunque essere escluso da alcun tipo di teoresi proprio perché lo informa di sé e del proprio modo di essere. Da un’analisi del sentire, e delle emozioni più in particolare, non si può quindi prescindere: e Le tonalità emotive resta, come scrive Eugenio Borgna nella Prefazione, uno tra gli strumenti in assoluto più adatti. Per filosofi e psicologi, psichiatri, educatori e molti altri.

Dati aggiuntivi

Autore
Anno pubblicazione 2009
Recensito da
Anno recensione 2010
ISBN 9788834312926
Comune Milano
Pagine XXXI+238
Editore