La forza dell'empatia. Una storia dei diritti dell'uomo


Il volume propone una storia dei cambiamenti di mentalità culturale che si accompagnarono e contribuirono alla Dichiarazione d’indipendenza americana (1776) e alla Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino (1789). Hunt riesce a spiegare il paradosso secondo cui i diritti dell’uomo furono, al medesimo tempo, radicalmente rivoluzionari e, nelle parole di Thomas Jefferson, «evidenti di per sé». Secondo il percorso tracciato dal volume, l’empatia e l’autonomia individuale costituirono i fondamenti dei diritti umani; l’intrecciarsi di questi due principi fu accelerato dal successo, da un lato, dei romanzi epistolari e, dall’altro, della vasta pubblicistica per l’abolizione della tortura. Hunt esamina dunque le reazioni del pubblico, degli intellettuali e dei protagonisti dell’epoca a opere come Pamela (1740) e Clarissa (1747-1748) di Richardson e Giulia, o la nuova Eloisa (1761) di Rousseau, così come il contemporaneo sviluppo del discorso sulla compassione, intesa come base della società umana, da parte dei filosofi Hutcheson e Smith (di quest’ultimo è ovviamente notevole l’opera Teoria dei sentimenti morali, 1759). Nel volume è analizzata anche la crescita delle campagne di stampa contro la tortura, le quali si appoggiarono su questa nuova sensibilità che rivalutava le passioni; inoltre, viene sottolineata la diffusione di nuove pratiche artistiche come il ritratto personale, che contribuirono ad avvalorare un’idea del corpo umano secondo cui gli individui non appartengono più alla comunità di origine, come nella concezione tradizionale, ma hanno diritto «all’inviolabilità fisica e riconoscono in altre persone i sentimenti e le simpatie che essi stessi provano» (p. 87). Queste nuove consapevolezze resero possibile quella relazione dinamica fra prassi e teoria che garantì il successo e la progressiva espansione dei diritti dell’uomo e che, secondo Hunt, fu resa possibile dalla vittoria della logica dell’universalità sul particolarismo. L’analisi non trascura però quelle dottrine (nazionalismo, razzismo, sessismo) che hanno costituito un ostacolo a questo processo e si chiude cercando di considerare le difficoltà e le speranze della situazione contemporanea, a partire dallo statuto della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo del 1948. Il lavoro di Lynn Hunt mostra dunque come la letteratura, l’arte e l’educazione possano contribuire a cambiare le convinzioni individuali e, di conseguenza, il contesto sociale e politico. Inoltre Hunt ben evidenzia come empatia e autonomia non siano concetti astratti, ma concrete pratiche culturali: esse, nel corso della storia, si incarnano in maniera differente secondo i sentimenti degli individui. L’empatia, in particolare, può ancora oggi essere il motore di una nuova promozione dei diritti dell’uomo, favorendo sia il riconoscimento delle loro violazioni, sia una loro nuova e necessaria estensione.

Dati aggiuntivi

Autore
Anno pubblicazione 2010
Recensito da
Anno recensione 2011
ISBN 9788842088820
Comune Roma-Bari
Pagine VIII + 238
Editore