Agostino e il problema paolino della libertà


Pubblicato nel 1930 e solo di recente tradotto in lingua italiana, questo denso contributo filosofico alla genesi dell'idea cristiano-occidentale di libertà (così il sottotitolo della prima edizione, successivamente sostituito con il più preciso "Uno studio filosofico sulla disputa pelagiana" nella riedizione del 1965), opera di un giovane e ancora sconosciuto allievo di Heidegger e Bultmann, non viene accolto favorevolmente dall'ambiente teologico-filosofico del tempo. Molte sono infatti le recensioni di teologi e storici delle religioni che ne criticano in specie il linguaggio oscuro e incomprensibile, debitore del vocabolario analitico-esistenziale heideggeriano, alla cui sequela Jonas ha cominciato qualche anno prima ad interessarsi di tematiche teologiche e religiose, attento però a rintracciarvi gli elementi per una comprensione filosofica ed autentica del fenomeno dell'esistenza. Nel caso specifico di Agostino e il problema paolino della libertà, Jonas si sofferma su un fondamentale passo della Lettera ai Romani di San Paolo (7, 7-25) in cui si mette a tema il rapporto tra Legge e Grazia. Il medesimo passo paolino costituisce in effetti uno dei nodi salienti del dibattito che oppone Agostino e Pelagio a proposito delle nozioni di volontà e libertà umane. Ma l'intento dell'indagine ermeneutica del fenomeno religioso condotta da Jonas è partire da tali autori e dai loro scritti per accedere alla struttura categoriale fondamentale e coglierne le implicazioni esistenziali. Prendendo in tal modo spunto da Heidegger, ma anche procedendo autonomamente, Jonas ritiene che il carattere costitutivo dell'esserci (in quanto «esserci storico complessivo» e non come «fatto biografico-individuale») possa riassumersi nell'«oggettivazione» definita dalla correlazione tra soggetto e oggetto, sé e mondo, libertà e necessità. La dialettica della libertà così evidenziata e indicata come carattere esistenziale e dinamico fondamentale riuscirebbe in tal modo ad oltrepassare l'orizzonte metafisico greco (nel quale ricade anche l'interpretazione agostiniana della volontà e del conflitto paolino di Legge e Grazia). Intento di Jonas è, invece, mostrare come, a partire da un'interpretazione dei simboli religiosi da realizzarsi mediante una «coscienza demitizzata», sia possibile fare luce sul carattere costitutivamente dinamico e ambivalente della «struttura fondamentale dello spirito come tale». Le riflessioni contenute in questo lavoro giovanile sono rilevanti non solo per lo sviluppo successivo del pensiero dell'autore, ma altresì per la messa a punto della nozione bultmanniana di «demitizzazione», oltreché per lo sviluppo dell'approccio ermeneutico ai testi sacri diffusosi verso la metà degli anni Sessanta nella teologia americana.

Dati aggiuntivi

Autore
Anno pubblicazione 2007
Recensito da
Anno recensione 2007
ISBN 9788837221768
Comune Brescia
Pagine 172
Editore