Canonizzazioni e infallibilità pontificia in età moderna


Il problema dei criteri con cui la Chiesa cattolica ha istruito i processi di canonizzazione si colloca, sostiene Giovannucci, a cavallo tra gli ambiti storico-concettuali di evoluzione dei modelli di santità e la storia del riconoscimento della santità in quanto insieme di atti e opere sanzionate per via gerarchica. In quest’ottica il XVII secolo è centrale perché evidenzia un significativo sviluppo dell’agiografia e la riaffermazione della dottrina cattolica sulla santità. Nonostante lo sforzo compiuto dalle gerarchie ecclesiastiche per la definizione di una teoria della santità svincolata da un legame troppo stretto con la taumaturgia, il ricorso alla dimensione sopranaturale nei processi di canonizzazione rimaneva passaggio ineludibile. Essenziale, per la comprensione dell’agiografia dell’epoca post-tridentina, divenne pertanto il concetto di "virtù eroica", secondo il quale non si trattava di verificare l’esercizio di atti buoni, ma di manifestare un modo non comune di agire. Il concetto di virtù eroica era il frutto di un’elaborazione di carattere filosofico-teologico e si caratterizzava per contenuti fondamentalmente morali prima che religiosi, volti a evidenziare le azioni e le opere eccezionali degne di ammirazione ed emulazione, ponendo in secondo piano l’importanza dei miracoli. Ciò consentì una riduzione delle cause e, soprattutto, ebbe l’effetto di ricondurre il processo di beatificazione nella sfera di influenza pontificia, con la conseguente riserva papale su tutte le cause di canonizzazione. Allo stesso tempo, la figura del santo fu allontanata dalla sua concreta dimensione storica, favorendone una rappresentazione agiografica stereotipata: la decisione di Urbano VIII (nel 1628) di interdire cause concernenti servi di Dio deceduti da meno di 50 anni espropriò i credenti cattolici della possibilità di elaborare proposte religiosamente popolari, in quanto capaci di rispondere a esigenze devozionali vive e attuali in gruppi di fedeli all’interno di precisi contesti storici. Lo sforzo compiuto per il totale controllo giuridico-teologico sulla canonizzazione, rileva Giovannucci, era inoltre funzionale al consolidamento della concezione di infallibilità papale: dal momento che il pontefice procedeva con pronunciamenti ex cathedra, egli non poteva errare e pertanto chi avesse negato i suoi argomenti sarebbe stato sospettato di eresia. La decisione del papa, corroborata dall’assistenza divina garantitagli in quanto vertice della Chiesa, assumeva pertanto nuova rilevanza e, inserendosi all’interno della categoria teologica dei fatti dogmatici, rafforzava l’autorità culturale e giurisdizionale della figura papale.

Dati aggiuntivi

Autore
Anno pubblicazione 2008
Recensito da
Anno recensione 2009
ISBN 9788837222642
Comune Brescia
Pagine XXX+247
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