Che cos'è la filosofia?


L''ultima prova di due autori che attraverso la collaborazione hanno declinato il primato della proprietà e il principio di identità, verte su questioni che si trovano all''inizio e alla fine del loro percorso di pensatori. Con la differenza che l''interrogazione su che cos''è la filosofia alla fine della storia, riprende le strade e i segni che la domanda posta all''inizio ha via via generato. Così questo libro è carico dei germogli, delle schegge e dei “piani” che Deleuze e Guattari hanno creato insieme o singolarmente (cfr. Différence et Répetétion e Cartographies schizoanalytiques) nel corso della loro vita. Per i teorici dell''Antiedipo, che non hanno ricondotto la struttura dell''inconscio a quella del linguaggio e hanno insistito sulla liberazione della corporeità pura dalla dimensione organizzativa della macchina capitalista, natura e pensiero sono uniti in un divenire che trova le sue istanze fuori dalle categorie spazio temporali euclidee. Fare filosofia è un’attività costruttiva che deve acquistare consistenza senza perdere l''infinito in cui il pensiero è immerso, esplorazione che disloca il campo della filosofia in ciò che non è filosofico, l''arte ad esempio. E'' in gioco il tema del processo che una forma di vita compie scrivendo, inventando concetti o dipingendo (tema presente anche in Critica e clinica, Cortina 1997, di Deleuze). Processo che non è volto a raggiungere e possedere una forma (con l''inevitabile centralità della mimesi e dell’identificazione), ma è contiguità con altre forme di vita, prossimità tra generi, sessi e specie, vicinanza intesa come zona di scambio. E non si tratta soltanto di compiere operazioni alla Caravaggio che respinse il "sonno" della religione degli uomini, dipingendo la “Conversione di un cavallo” (cfr. Conversione di S. Paolo, in S. Maria del Popolo a Roma), ma di una piccola metamorfosi relativa, per il tramite di campi di sensazione, di diagrammi di velocità. Così Melville-Achab sa di balena e oceano e Cezanne ha addosso la terra dei suoi paesaggi. Per questo il rombo di tuono dell''acrobazia di un’ape mortale vince su immortali deliranti come il Generale o la Bigotta Santarellina e le medaglie della Doxa, o la motilità inaudita di un nano zoppo vince rispetto all''andatura astratta e coatta dalla trascendenza. In termini simili, i due filosofi hanno ripensato il rapporto rizomatico tra il pensiero e l''ambiente in una ‘geofilosofia’ che, nelle sue linee originarie, afferma l''unità di pensiero ed esperienza e l''oscillazione di deterritorializzazione e riterritorializzazione in vista di un nuovo popolo. Del duo è stato ripubblicato Mille piani. Capitalismo e schizofrenia, 2 voll. Castelvecchi, 1997 e di Deleuze Divenire molteplice, a cura di U. Fadini, Ombre corte 1996.

Dati aggiuntivi

Anno pubblicazione 1996
Recensito da
Anno recensione 1997
Comune Torino
Pagine 248
Editore