Contro natura

Una lettera al Papa


Il sottotitolo del volume viene motivato dagli interventi dell’autorità papale in materia di famiglia. L’intento del saggio è dunque quello di sottoporre all’attenzione della Chiesa cattolica riflessioni sui diversi modelli di famiglia di cui  si è occupata l’antropologia. Parlare di una famiglia fondata sulla natura è difficile in antropologia, data la diversità delle tipologie familiari tuttora presenti nel mondo.
La natura, sottolinea Remotti, presenta una ricchezza esorbitante di fenomeni e proprio per questo non può essere racchiusa e dominata da un solo punto di vista. L’antropologo non può fare propria la categoria del "contro natura", se non come categoria che determinate culture usano per giudicare altre culture. Il "contro natura", sostiene l’autore, è una categoria scientificamente improponibile, fino a che essa venga collegata a un concetto di natura umana come struttura stabile e autonoma:
bisognerebbe usare il termine "condizioni naturali", ovvero quell’insieme di fattori che contraddistinguono gli esseri umani sotto il profilo biologico, a partire dai quali essi costruiscono le proprie culture. "Naturalizzare" il modello monogamico di famiglia è una modalità di stabilizzazione del nostro vivere sociale ed è un modo, sostiene Remotti, di sottrarre da confronti pericolosi un momento decisivo del nostro essere umani. A proposito di famiglie e matrimonio sono in gioco scelte che ineriscono a sistemi socio-religiosi mediante cui si determinano questioni di genere e, per questa via, particolari forme di umanità. L’antropologia più recente ha rinunciato alla definizione della famiglia sulla base di un nucleo universale, perché questo condurrebbe ad un’operazione arbitraria relegando fuori dal recinto della famiglia una serie di soluzioni alternative. L’impostazione seguita dall’antropologia è quella  della "somiglianza di famiglie". L’invito è quindi quello di osservare piuttosto che elaborare in anticipo un concetto da proiettare sull’esperienza; costituire una rete di connessioni, mediante cui forme diverse di famiglia si collegano sotto molteplici punti di vista. Per un antropologo è dunque più corretto parlare di "gruppi domestici". Con questo concetto, che ingloba la nazione di famiglia, si apre la problematica di come le diverse società immaginano e costruiscono le soluzioni dello stare insieme. Inoltre il concetto di gruppi domestici  suggerisce di tenere distinte anche le nozioni di matrimonio e di famiglia,  consentendo di  considerare  la molteplicità di possibili soluzioni che possono essere ammesse e congegnate all’interno di singole società.

Dati aggiuntivi

Autore
Anno pubblicazione 2008
Recensito da
Anno recensione 2009
ISBN 9788842085157
Comune Roma-Bari
Pagine 281
Editore