Cosmopolitismo

L'etica in un mondo di estranei


Come orientarsi in un mondo globalizzato, in cui migrazioni, turismo e obblighi professionali portano ogni anno decine di milioni di persone fuori dai confini dei loro Stati? Quali responsabilità gravano al giorno d'oggi sugli individui, in un tempo nel quale ciascuno può, attraverso una gigantesca rete di informazioni, influire sull'esistenza degli altri e imparare dal loro modo di vivere? Come tenere sotto controllo le tensioni che incrinano le ragioni dell'appartenenza di ciascuno alla propria comunità d'origine, quando è ormai continuo ed inevitabile il contatto tra culture in precedenza relativamente autonome o lontane? Molteplici sono le strategie per reagire a questi cambiamenti epocali in corso, e il cosmopolitismo è una di queste proposte. Appiah lavora da anni a una versione particolare del cosmopolitismo, da lui definita «intermedia», che è incentrata su un «approccio etico non relativistico, ma autenticamente umano», secondo il quale ognuno di noi è e deve sentirsi responsabile nei confronti degli individui di cui sa qualcosa e su cui può avere una qualche influenza. Nella visione dello studioso, il concetto di cosmopolitismo è caratterizzato da due fili che si intrecciano: l'idea che abbiamo dei doveri morali nei confronti degli altri e la convinzione che sia importante non solo il valore della vita umana in sé, ma anche quello di particolari vite umane, il che implica la necessità di prestare attenzione alle pratiche e alle credenze che conferiscono loro significato. Appiah argomenta che sarebbe sbagliato e pericoloso se tutti gli individui o tutte le società convergessero verso un'unica maniera di vivere: la vita offre molti aspetti e particolarità, meritevoli di essere esplorati; e, quali che siano i nostri obblighi verso gli altri (o i loro nei nostri riguardi), spesso questi "altri" hanno il diritto di andare per la propria strada. Un cosmopolitismo «moderato» e «parziale», quindi, perché vengono stigmatizzate non soltanto le pretese di chi crede che esistano lealtà "locali" che debbono all'occorrenza far dimenticare le responsabilità nei confronti di tutti gli esseri umani, ma anche le prese di posizione di quei cosmopoliti "intransigenti" abituati ad osservare con fredda imparzialità amici e concittadini. A giudizio di Appiah, esiste solo un modo per dar vita alla coabitazione pacifica delle varie culture senza un sistema omogeneo di valori e senza un accordo finale: facendo leva sulla presenza, in ogni cultura, di valori sovrapponibili intuitivamente (come il coraggio), perché essi rendono possibile un effettivo e proficuo confronto tra esperienze e idee.

Dati aggiuntivi

Autore
  • Anthony Appiah

    Lawrence S. Rockefeller Professor di Filosofia - Princeton University

Anno pubblicazione 2007
Recensito da
Anno recensione 2008
ISBN 9788842081296
Comune Roma-Bari
Pagine XX+202
Editore