Dio e l'Occidente


L’occidente, scrive Baget Bozzo, è stato creato dal cristianesimo, che non è mito ma religione, che guarda al tempo come storia, cioè come un insieme di eventi dotati di senso, legati da una continuità a partire da un paradiso perduto, in attesa di un possibile ritorno in cui prende corpo la figura della salvezza. In questa chiave si possono leggere tre grandi avvenimenti che, per l’autore, hanno significato il riemergere del termine “cristianità”: l’integralismo islamico come alternativa alla civiltà occidentale/cristiana, l’affondamento dell’utopia comunista – nella Russia post-comunista vi è un significativo ritorno alla religiosità -, il totale trionfo della civiltà tecnologica che significa anche il trionfo della razionalità e della dimensione materiale su quella spirituale. Baget Bozzo è particolarmente interessato a questi due ultimi avvenimenti, intorno ai quali costruisce la sua cristologia. Il mondo comunista, connotato dalla parola rivoluzione, ha voluto trasformare il ‘Nulla’ in ‘Tutto’, ha fornito una lettura dell’uomo come totalità collettiva tentando di unificare l’umano nel divino nell’umano. In questo modo si è cancellata l’alterità divina, ma al tempo stesso si è cancellata la differenza tra uomo e Dio: il risultato è stata la cosificazione dell’uomo. Analogamente ha agito la civiltà tecnologica, che ha addirittura preteso di ridurre l’anima a una funzione cerebrale. L’occidente deve invece ritrovare la propria anima, la propria dimensione ultramortale. L’uomo moderno ha perso l’anima perché la ragione analitica ha esercitato sulla conoscenza e sulla coscienza la sua potenza. La società tecnologica fugge il passato, il suo unico orizzonte è il presente e agisce per non essere sopraffatta dalla coscienza del Nulla del suo mondo storico. Le scienze occidentali possono dunque essere fonte irrimediabile di rovina se non si apre accanto a loro un pensiero spirituale in grado di riproporre il tema dell’anima e di riconoscere in essa la fonte primaria della libertà e della dignità umana. Il tema dell’anima – sostiene Baget Bozzo – è scomparso dall’orizzonte della cultura occidentale quando è comparsa la psicoanalisi, che ha significato un punto di rottura tra la dimensione dello spirito e del pensiero. Questa perdita ha causato la crisi culturale dell’Occidente perché ha inaridito le fonti da cui scaturiscono utopie, escatologie, la coscienza della propria finitezza e la tensione verso il Nulla infinito che ci avvolge. Il divino, infatti, indica che l’uomo non è solo un’attualità, ma anche una possibilità. Il mondo tecnologico che, invece, appare come una mera attualità e non è simbolo d’altro, tende verso il suo annullamento, cioè verso il nulla dell’uomo (pag. 133).

Dati aggiuntivi

Autore
Anno pubblicazione 1995
Recensito da
Anno recensione 1995
Comune Milano
Pagine 186
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