Essere singolare plurale


Il proposito, dichiarato in apertura, di “rifondare interamente la «filosofia prima» basandola sul «singolare plurale» dell’essere” guida le dense pagine di questo volume che si presenta come una delle più ardue fatiche intellettuali di Nancy, alle prese con il grande rimosso della storia del pensiero occidentale: l’intersoggettività. Traendo spunto dal celebre paragrafo XXVI di Essere e tempo dedicato alla trattazione dell’«essere-con» (Mitsein) come struttura esistenziale dell’«esserci» (Dasein) e dalla quinta meditazione cartesiana in cui Husserl affronta il tema della costituzione dell’alter-ego da parte dell’ego, Nancy si impegna a pensare fino in fondo il primato ontologico del «con», riscoprendo la “pluralità dell’essente” a fondamento dell’essere. Per il filosofo francese, non si tratta soltanto di ripartire dalla decostruzione della metafisica del soggetto rappresentativo operata da Heidegger, ma anche di superare i limiti in cui rimane imbrigliata la sua analitica esistenziale. Quest’ultima, infatti, finisce per considerare il Dasein anzitutto e per lo più “in se stesso” e risulta, pertanto, incapace di mostrare l’effettiva “spaziatura” dell’essere, la simultanea “disposizione” delle origini che ognuno di noi è, la dimensione comunicativa del senso che si dà soltanto se può essere compreso da altri. Poiché il singolare – come testimonia esemplarmente l’esperienza del corpo e del linguaggio – “è sin da subito ogni uno, e dunque anche ogni con e tra tutti gli altri”, l’essere sociale cessa di essere concepito come una somma di individui, per configurarsi piuttosto come una originaria co-esistenza in cui apparire a se stesso equivale a com-parire, ad apparire gli uni agli altri. Dopo quella cosmologica e quella della soggettività, un’altra «rivoluzione copernicana» ha segnato la storia dell’Occidente, quella dell’essere sociale propriamente moderno che, ruotando attorno a se stesso ed ai propri simboli, rivela la dimensione essenzialmente spettacolare dell’«essere-con». In altri termini, non vi può essere società senza spartirsi gli uni con gli altri la scena dell’essere: ciò che noi tutti abbiamo in comune, infatti, è che non abbiamo nulla di proprio. Rimane infine da segnalare che il volume è introdotto da un dialogo inedito tra Roberto Esposito e Jean-Luc Nancy (Dialogo sulla filosofia a venire) in cui essi affrontano i temi di “fine della filosofia”, di nichilismo, di spazio/tempo e di teologia politica nell’epoca della tecnica, rendendo evidente un confronto già presente nei loro volumi Communitas (Torino 1998) e L’esperienza della libertà (Torino 2000).

Dati aggiuntivi

Autore
  • Jean-Luc Nancy

    Docente di Filosofia - Università "Marc Bloch" di Strasburgo

Anno pubblicazione 2001
Recensito da
Anno recensione 2001
Comune Torino
Pagine 131
Editore