Il Dio degli altri


Proseguendo un appassionato lavoro volto ad approfondire i rapporti tra le religioni monoteiste (ricordiamo il precedente Bibbia e Corano – I testi sacri confrontati, Torino 1995), Ugo Bonanate, docente di Storia della filosofia all’Università di Torino, si sofferma in particolare sulle conseguenze create dalla convinzione, da parte di ciascuna di esse, di doversi diffondere in tutto il mondo. Un primo interrogativo, che le accomuna, riguarda le ragioni per le quali oggi si assiste a una presenza tanto significativa del fondamentalismo, proprio quando siamo alla fine di un processo storico che ha visto ridursi il rilievo della religione nella società. Il fondamentalismo appare come un ritorno al passato e alla tradizione, ma il suo sguardo è rivolto al futuro, al controllo delle strutture sociali; in esso la religione non è più un valore scelto, cercato, ma diventa condizionato su base storica e non è più originale e personale. Per capirlo pienamente occorre rendersi conto che alla sua origine vi è una componente specifica: la certezza che nei libri ispirati da Dio vi sia la guida sicura per risolvere ogni questione. Bonanate analizza quindi a lungo le modalità con le quali si sono venuti a creare e ad accettare i testi fondanti delle religioni. Pur con sostanziali differenze, attraverso Bibbia e Corano le comunità ebraiche, cristiane e musulmane hanno raggiunto una coscienza di sè, hanno segnato e fissato i limiti del gruppo e hanno dichiarato il possesso di un patrimonio dottrinale esclusivo di quel “noi” che è diverso da quello degli “altri”. Tutte e tre hanno costruito un”immagine elevata della propria origine e i propri membri si sono sentiti proprietari di un”identità da difendere con forza nei confronti degli altri popoli. Questa difesa si è espressa in modi differenti: l”ebraismo è stato inflessibile nei confronti dell”esterno (l”idolatria), il cristianesimo verso l”interno (la lotta alle eresie), l”islam si è proclamato con maggiore forza deposito della verità. La principale preoccupazione delle tre confessioni è apparsa quella di tenere saldi i propri confini e non è stata la missione ad assorbire le energie maggiori. Tendenze universalistiche e particolaristiche hanno trovato, nel corso dei secoli, coesistenza nelle tre fedi; il particolarismo è stato vissuto come una diminuzione, l”universalismo ha avuto anche la connotazione negativa di rinunciare al privilegio di considerarsi figli prediletti di Dio. Probabilmente per questo motivo l”universalismo delle tre religioni ha determinato un atteggiamento di sopraffazione, non è servito a riconoscere positivamente le scelte degli altri e a interpretare l”accettazione delle fede nell”unico Dio come accettazione della propria visione.

Dati aggiuntivi

Autore
  • Luigi Bonanate

    Docente di Relazioni internazionali - Università di Torino

Anno pubblicazione 1997
Recensito da
Anno recensione 1997
Comune Torino
Pagine 182
Editore