Il diritto dei popoli


Nell’analisi della questione della giustizia internazionale, il saggio di Rawls estende le tesi esposte nelle sue opere più note, Teoria della giustizia (Milano 1982) e Liberalismo politico (Milano 1994). I temi affrontati trovano un drammatico riscontro nell’attuale crisi internazionale: libertà e indipendenza dei popoli, diritto all’autodifesa, rispetto dei diritti umani, dovere di assistenza nei confronti di popoli in difficoltà, legittimità della guerra giusta. Il “diritto dei popoli” teorizzato da Rawls esprime infatti una particolare concezione del giusto e della giusti-zia che dovrebbe essere a fondamento delle norme e dei principi della politica internazionale. L’autore parla di popoli, e non di stati, perché mette in evidenza la comunanza di cultura, storia e linguaggio che ne caratterizza la natura “morale”: la considerazione del “popolo” come unità politica originaria enfatizza il primato degli aspetti etico-politici rispetto al modello di potere e sovranità legato all’idea di Stato. L’utopia realistica di Rawls prevede popoli “ordinati”, liberi e indipendenti, disposti a riconoscere determinati principi di base di giustizia politica che consentono la costruzione di una democrazia costituzionale ragionevolmente giusta. L’affermarsi del diritto dei popoli avrà dunque come conseguenza il formarsi di alcune caratteristiche pratiche politiche che favoriscono pace e stabilità tramite l’apprendimento “morale”, la fiducia reciproca e l’accettazione della diversità. Uno degli aspetti innovativi di questa proposta è l’estensione dei principi di giustizia tipici del mondo liberal-democratico ai popoli che attualmente non hanno istituzioni democratiche ma che possono essere definiti come società gerarchiche decenti – che cioè rispettano l’ordinamento politico delle altre società e hanno un sistema giuridico che garantisce il rispetto dei diritti umani. Del resto, proprio i diritti umani svolgono un ruolo speciale nel “ragionevole” diritto dei popoli, che però non nega la possibilità dell’esistenza di disuguaglianze socio-economiche. Molto spazio viene dedicato da Rawls al concetto di ragione pubblica, che definisce al livello più profondo i valori etici – in modo particolare il criterio di reciprocità – che devono dare forma ai rapporti politici in una democrazia costituzionale: l’ideale della ragione pubblica viene infatti realizzato quando il cittadino pensa se stesso come legislatore che delibera sulla base della concezione della giustizia sociale più ragionevole.

Dati aggiuntivi

Autore
Anno pubblicazione 2001
Recensito da
Anno recensione 2002
Comune Torino
Pagine XXXI + 262
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