Individualismo e socialismo


In questo volume vengono presentati alcuni scritti, pubblicati tra il 1834 e il 1840, di Pierre Leroux (1797-1871), filosofo, giornalista, politico francese che si era formato nel laboratorio di Saint-Simon, ma da cui prese le distanze per trovare un equilibrio tra gli antagonismi che dividevano individualismo e socialismo, libertà ed eguaglianza, egoismo e utilità generale, Stato e Chiesa. Leroux denuncia in particolare i limiti e le conseguenze provocate da un irrigidimento e da un’assolutizzazione dell’individualismo e del socialismo (quest’ultimo considerato come la dottrina in grado di conciliare libertà, uguaglianza, fraternità). Leroux non condanna le due concezioni politiche perché egli mantiene viva “la fede nella socialità e nell’individualità”, ma sottolinea i rischi dell’esagerazione esclusiva di entrambi, che rischiano di determinare una guerra sociale. Infatti, mentre i sostenitori dell’individualismo considerano “l’eguaglianza come una chimera senza importanza” e si rallegrano della crisi della comunità costruendo un sistema che “ha come conseguenza solo la più infima ineguaglianza”, i sostenitori del socialismo “marciano verso l’epoca in cui essi sotterreranno ogni libertà” e sostengono che “nulla, compresa la libertà di pensare e di scrivere, deve turbare le funzioni della società”. La contrapposizione tra chi sostiene che “l’individualità di ciascuno non ha più limiti” e chi afferma che “la vita di ogni uomo è una funzione della vita sociale” può essere risolta convocando un terzo elemento, la fraternité significativamente collocata al centro della triade repubblicana. Per Leroux la soluzione del problema politico si trova a livello morale: un’equa ripartizione dei beni materiali ha bisogno di un’atmosfera di fratellanza tra i cittadini che realizza un punto di intersezione dell’esperienza religiosa all’interno della vita repubblicana. Leroux riflette anche su un’altra fondamentale antinomia caratteristica della modernità (temporale/spirituale) giungendo ad affermare che non può esistere una realtà statuale che si occupi soltanto delle questioni secolari. Ogni atto della nostra esistenza è contemporaneamente materiale e spirituale: “la divisione che pone da un lato una società senza religione e dall’altro una religione senza realizzazione politica e civile ha come conseguenza ultima la negazione e la distruzione sistematica dello Stato”. Uno Stato, sostiene Leroux, ha quindi bisogno di religione per educare e mantenere la giustizia: se la politica isola la dimensione temporale da quella spirituale, l’individualismo finisce per ritorcersi contro la libertà e contro l’eguaglianza.

Dati aggiuntivi

Autore
Anno pubblicazione 2008
Recensito da
Anno recensione 2009
ISBN 9788881035557
Comune Reggio Emilia
Pagine 144
Editore