La ricchezza e la povertà delle nazioni


Questo testo vuole fornire un contributo all’analisi e alla comprensione del divario economico che attualmente separa le nazioni ricche da quelle povere, divario che coincide largamente con l’opposizione geografica e culturale fra l’Occidente e il resto del mondo. Landes parte da un dato conciso ma significativo: mentre 250 anni fa il gap fra il paese più ricco del pianeta e quello più povero era di 5 a 1, oggi questo rapporto è di 400 a 1. Non solo alcuni paesi traggono meno vantaggio di altri dai processi di sviluppo capitalistico, diventando dunque più poveri in termini relativi; in alcuni casi assistiamo ad un vero e proprio impoverimento in termini assoluti. Lo studio e la comparazione storica possono dunque fornire una chiave di lettura per individuare i fattori che hanno determinato questa situazione. Questo ambizioso progetto viene perseguito attraverso un approccio plurale, che cerca di integrare e dare il giusto rilievo ai molteplici elementi che influiscono sui processi economici, diffidando di spiegazioni semplici e monocausali. Il risultato proposto da Landes è un ricco e stimolante quadro della storia economica del millennio passato. Condizioni climatiche e ambientali, risorse naturali, circostanze storiche e politiche, innovazioni tecnologiche, sono fra le principali variabili che, in com-binazioni eterogenee, hanno permesso la cristallizzazione di rapporti di suprema-zia su scala planetaria. Tuttavia, all’interno di questa cornice, sono spesso le caratteristiche culturali a incidere in misura determinante: se vogliamo comprendere perché l’impero cinese del XV o la monarchia spagnola del XVI secolo non sono riusciti a imporsi nel tempo sui loro rivali, dobbiamo volgere lo sguardo oltre gli aspetti quantificabili in termini economici: «Se la storia dello sviluppo economico ci insegna qualcosa, è che a fare la differenza è la cultura» (p. 545). Facendo tesoro della lezione di Max Weber, Landes evidenzia così come valori e comportamenti culturali abbiano contribuito decisivamente alla formazione di società vincenti sul piano della produttività e dinamicità economica. L’attuale posizione egemonica dell’Occidente è stata resa possibile da una lunga serie di circostanze (per esempio, le condizioni geografiche e le scoperte territoriali) e successi (tra cui la misurazione del tempo e la produzione di energia), ma anche dall’emersione di tipologie umane (per esempio il conquistador spagnolo e il borghese protestante) che hanno sfruttato pienamente le possibilità che si sono loro presentate.

Dati aggiuntivi

Autore
Anno pubblicazione 2000
Recensito da
Anno recensione 2001
Comune Milano
Pagine 692
Editore