La scienza come professione


Wissenschaft als Beruf è il testo di una conferenza tenuta da Max Weber (1864 – 1920) il 7 novembre 1917 a Monaco di Baviera, inaugurando un ciclo di incontri organizzato dal Freistudentische Bund e dedicato al tema “Il lavoro intellettuale come professione”. Il ciclo prevedeva altri tre incontri l’ultimo dei quali, La politica come professione (Milano, Anabasi, 1994), venne tenuto dallo stesso Weber il 29 gennaio 1919. Entrambe sono sviluppate a partire dal saggio del 1917 Il significato della “avalutatività” nelle scienze sociologiche e economiche (ora in Il metodo delle scienze storico-sociali, Torino, Einaudi, 1958, pp.309-375) tuttavia, diversamente da quanto contenuto nella conferenza sulla politica, La scienza come professione si discosta maggiormente dalla propria origine approfondendone soprattutto i temi epistemologici. Infatti, la discussione sulla scienza come professione conduce naturalmente Weber all’esame del ruolo e della carriera dell’insegnante, il cui compito, nella doppia accezione di vocazione e professione implicita nel significato di Beruf, impone di saper sempre distinguere la corretta pratica scientifica, non per questo priva di passione e entusiasmo, dalla “profezia”, ovvero dallo sfruttamento della posizione privilegiata occupata per la diffusione delle proprie opinioni, le quali possono anche non essere errate, ma in quanto opinioni esulano assolutamente dall’ambito scientifico e dal rigore richiesto dall’onestà intellettuale. Il non fornire giudizi di valore è infatti tra i compiti espliciti della scienza: essa deve rivelare i presupposti propri di ciascuna opinione o credenza e le conseguenze che ne derivano. In altri termini, e in particolare per quanto riguarda l’esame delle dottrine morali, deve limitarsi a “costringere o quanto meno aiutare il singolo a rendersi conto del senso ultimo del suo agire” (p. 121). E’ dunque nell’assenza di presupposti che Weber riconosce la peculiarità della scienza, un’assenza messa in luce nell’esame delle differenze che la distinguono dalla teologia, pratica che come la scienza pretende di ricercare la verità. Tuttavia, proprio nel fallimento di tale distinzione, anche se la scienza si costituisce su presupposti, P. Volontè, curatore dell’opera, riconosce i motivi di attualità della conferenza weberiana, poiché per primo Weber si trova di fronte al dilemma proprio dell’epistemologia contemporanea, la quale riconoscendo anche per la scienza la necessità di riferirsi a un valore non riesce a chiarire se si tratti “soltanto di una opzione pre-giudiziale o di una verità di cui è possibile attestare in qualche modo la fondatezza” (p. 47).

Dati aggiuntivi

Autore
Anno pubblicazione 1997
Recensito da
Anno recensione 1997
Comune Milano
Pagine 162
Editore