L'alba della teologia musulmana


Un libro su degli inizi storici non ha mai un valore esclusivamente erudito, perché indica di per sé un gesto storiografico non neutro, tanto più nel caso di una tradizione religiosa e di civiltà come l’Islam, nella quale il tema dell’inizio plasma l’essenza stessa della cultura islamica ancora nel tempo presente, secondo un atteggiamento culturale che privilegia il "cominciamento ideale" rispetto al suo stesso svolgimento e che vi vede i contorni di una sorta di utopia retrospettiva. Comune a tradizioni religiose come a fenomeni politici più secolari (si pensi al caso del passato mitizzato dai vari nazionalismi), questa priorità conoscitiva e ideologica dell’inizio storico si carica nel caso islamico del fatto che la nascita dell’Islam è posta nei termini del frutto di una Rivelazione, dunque come una svolta radicale capace di sovvertire tutto quanto la precedette. Il piccolo libro di Van Ess (lavoro in sé autonomo e concluso pur essendo la sintesi di un’amplissima opera di ricostruzione storica pubblicata in Germania in sei volumi) ripercorre le fasi originarie della cultura islamica mostrando come vi si sia generato un vitale intreccio tra teologia, storiografia, politica e discorso sui saperi. Tra il secondo e il terzo secolo dell’èra musulmana (ambito cronologico del libro) diverse opzioni erano ancora aperte in vari campi. Così nel caso dell’esegesi coranica, dominata dal tema dell’interpretazione antropomorfica del racconto dell’ascesa al cielo di Muhammad, e così anche nel caso del rapporto tra teologia e scienza, in cui si confrontarono posizioni sensistico-atomistiche di rilievo per la costituzione della cosmologia islamica. Particolarmente significativo è il tema dell’eresia, soprattutto perché, in una fase nella quale il contenuto della sunna non era ancora determinato, i processi contro gli eretici valsero come altrettante tappe nell’autodefinizione della fede. Nel caso dell’eresia emerge il nucleo giuridico della legge, e del resto in questa fase la maggioranza dei teologi aveva formazione giuridica: il comportamento eretico viene equiparato alla rottura di un patto, assimilandolo così alla rivolta delle tribù arabe all’indomani della morte del Profeta. Per questa ragione il tema dell’eresia si lega inoltre alle prerogativa di conoscenza religiosa di coloro che in seguito sarebbero stati definiti ulama, professionisti dell’interpretazione capaci di operare secondo una regola di consenso. Il consolidarsi di una dimensione politica dell’Islam contribuì in questo senso a plasmare le prime ortodossie sovralocali, secondo un processo nel quale la Corte irachena funse da catalizzatore, superando i particolarismi che avevano fino ad allora dominato la discussione tra i seguaci di Muhammad.

Dati aggiuntivi

Autore
Anno pubblicazione 2008
Recensito da
Anno recensione 2009
ISBN 9788806188993
Comune Torino
Pagine XXII+142
Editore