Le orse di Brauron

Un rituale di iniziazione femminile nel santuario di Artemide


In questo volume, nato da incontri seminariali tenutisi a Urbino, archeologi, storici, storici delle religioni, iconologi e filologi si confrontano sui numerosi problemi relativi al culto di Artemide Brauronia e all’interpretazione dei reperti archeologici e delle fonti letterarie. Il culto di Artemide a Brauron, in Attica, era legato a un rito iniziatico di tipo femminile denominato arkteia: per espiare l’uccisione di un’orsa sacra che era penetrata all’interno del recinto di Artemide, fanciulle vergini, indossata una veste particolare detta krokotos, dovevano arkteusai, ovvero “imitare l’orsa”, secondo modalità simboliche – identificazione/sostituzione/morte – tipiche dei rituali di passaggio. Secondo il fondamentale studio di van Gennep, Les rites de passage (1909), nell’antica Grecia i cosiddetti riti di passaggio celebravano il passaggio di un individuo da un gruppo sociale a un altro. Negli ultimi anni tali cerimonie hanno suscitato un crescente interesse da parte degli studiosi; in Italia dobbiamo ricordare lo studio di A. Brelich, Paides e Parthenoi (Roma 1969). Nel caso dell’arkteia, le movenze di danza delle fanciulle a imitazione dell’orsa dovevano indicare il passaggio dallo stato di ferinità/verginità, presieduto da Artemide, a quello dell’amore/matrimonio, presieduto da Afrodite. I primi tre contributi, rispettivamente di Walter Burkert, Nanno Marinatos e Claude Calame, si concentrano sulla nozione di ‘iniziazione’, sul problema irrisolto dell’età delle ‘orsette’ (tra i cinque e i dieci anni, secondo un’interpretazione molto controversa di un passo della Lisistrata di Aristofane), e sulla natura delle offerte rituali nel santuario della dèa. Molto interessante anche il saggio di Claudia Montepaone, che interviene sulla relazione tra Ifigenia e Artemide: accanto all’arkteia delle ‘orsette’, per Brauron è attestato infatti anche un culto e un ruolo di Ifigenia. Secondo la testimonianza dell’Ifigenia Taurica di Euripide (1435-1467), Ifigenia terrà le chiavi del santuario, e riceverà il culto delle partorienti che vanno incontro a morte prematura. Secondo la studiosa, è qui simbolizzato il mancato raggiungimento dello stato di donna: una partoriente che non sia riuscita a portare felicemente a termine la sua gravidanza, è né più né meno una donna mancata (per i Greci essere madre significava infatti essere donna nel senso più pieno del termine).

Dati aggiuntivi

A cura di
Anno pubblicazione 2002
Recensito da
Anno recensione 2003
Comune Pisa
Pagine 276
Editore