Mimesis


Questo testo sintetizza in modo conciso sviluppi e trattazioni più ampie che l”autore ha riservato all”argomento (cfr. con Gunter Gebauer, Mimesis. Kultur, Kunst, Gesellschaft, Rowohlt, 1992, 463 p., trad inglese Mimesis. Culture, Art, Society, University of California Press, 1995).Il disegno che vi è alla base è ripensare il concetto di mimesi al di là degli inquadramenti che generalmente gli sono riservati e del suo confinamento all”ambito dell”estetica. Ridefinito all”interno di una gamma semantica più vasta che gli conferisce una pregnanza legata al contesto vitale delle relazioni umane, il concetto di mimesi viene a comprendere quelli di imitazione, rappresentazione, anticipazione mimetica, somiglianza, assimilazione, espressione e altri ancora. Wu1f riprende alcune tappe storiche importanti che hanno scandito lo sviluppo della concezione europea della mimesi: la sua origine greca (linguisticamente la radice etimologica è mimos da cui anche mimeisthai, mimetes ecc.), dove con Senofonte e soprattutto con Platone e Aristotele trova la sua pertinenza in ambito estetico senza perdere però la sua valenza sociale, e la cesura che si innesca a partire dal XVI secolo fra mimesi sociale ed estetica. Il superamento di questa cesura, che richiama l”importanza dell”estetica nella formazione dell”esperienza umana, costituisce il passo inevitabile verso il superamento della metafisica. Perdute le certezze in un”esistenza garantita da un ordinamento divino o umano e dovendo fare i conti con l”aleatorietà della vita, la relazione mimetica tra soggetti umani, nei confronti della natura, o quella fra testi e fra segni, è il processo che costruisce modelli ed è, secondo l”autore, potenzialmente in grado di generare il nuovo. Essa si trova al centro dello sviluppo ontogenetico e filogenetico, è legata al linguaggio, al corpo e, per il suo scarto dalla mera riproduzione, all”immaginazione. La mimesis si trova ad essere ugualmente implicata in aspetti della vita che parrebbero tra loro distanti: da un lato ad esempio la sua indipendenza dalla finalità è portatrice di speranza e libertà, così come può sostenere i “diritti dell”attimo di fronte alla cronocrazia”; dall”altro, si trova ad essere un cardine dell”estetizzazione del mondo della vita e la condizione attraverso la quale l”uomo assimilandosi ad una cultura ne è anche vincolato. Acquisire delle cose dagli altri per il tramite dell”imitazione, inoltre, può sfociare nella violenza e nella rivalità, nel momento in cui è compromessa la possibilità di soddisfare il desiderio di differenziazione e unicità . Christoph Wulf è docente di Scienza dell”educazione e membro del Centro di ricerca per l”Antropologia storica presso la Freie Universität di Berlino e redattore della rivista internazionale Paragrana.

Dati aggiuntivi

Autore
  • Christoph Wulf

    Professore di Scienza dell'educazione - Freie Universität, Berlin

Anno pubblicazione 1995
Recensito da
Anno recensione 1997
Comune Milano
Pagine 93
Editore