Organismo e libertà

Verso una biologia filosofica


Nella parabola intellettuale di Hans Jonas, la riflessione sul tema della vita, e sui problemi legati alla bioetica, rappresenta il coronamento di un percorso filosofico che ha sempre considerato la questione dell’agire umano all’interno di una considerazione metafisica dell’essere e della natura. Ne è testimonianza il libro Organismo e libertà, una raccolta di saggi apparsi tra il 1950 e il 1965, che, per la loro omogeneità e linearità tematica, furono pubblicati insieme dall’autore in inglese nel 1966. Rispetto alla spiegazione riduttiva della natura in termini fisico-meccanicistici, propria del progetto scientifico moderno, la proposta di Jonas si concentra sull’unità psicofisica dell’organismo, con una mossa smarcante sia nei confronti del materialismo che dell’idealismo, i due poli costitutivi del dualismo proprio del nichilismo moderno. Tale esito è prefigurato, secondo l’autore, nella tradizione gnostica, per la quale l’estraneità dell’uomo al mondo comporta una perdita di senso e di finalità della natura. È questa la lettura che ritorna, per esempio, nel saggio Gnosi, esistenzialismo e nichilismo, che riconsidera gli studi giovanili dell’autore sullo gnosticismo alla luce della sorprendente affinità con la prospettiva esistenzialistica di Heidegger, colui che aveva offerto al giovane studioso una chiave di lettura indispensabile per la sua pioneristica lettura dei testi della gnosi. Al contrario, la biologia filosofica propugnata da Jonas si propone di recuperare, contro lo stesso dualismo cartesiano, alcuni tratti propri dell’ontologia aristotelica, ruotante su una nozione di causa finale inscritta nella natura. È impossibile spiegare il fenomeno della vita a partire dalle sue componenti materiali, così come bisogna presupporre un’individualità che perdura rinnovandosi nel tempo, in uno scambio continuo col mondo circostante. In questa fragile e precaria identità Jonas legge il segno della natura teleologica della vita organica, che nella sua evoluzione rivela gradi sempre crescenti di libertà, in una linea di progressione che culmina nella consapevolezza riflessa dei propri atti e delle loro conseguenze. La libertà, infatti, si pone sempre in un rapporto dialettico con la necessità e viene a modularsi nei livelli di articolazione e differenziazione che gli organismi complessi come l’uomo intrattengono col proprio ambiente. In tal modo, il contrasto fra fisico e psichico, fra materia e spirito, fra interiorità riflessiva e ambiente esterno viene superato in una biologia filosofica che assume come scopo finale la realizzazione di gradi sempre crescenti di libertà.

Dati aggiuntivi

Autore
Anno pubblicazione 1999
Recensito da
Anno recensione 2000
Comune Torino
Pagine XX+310
Editore