Osservazioni sul moderno


Le discussioni sul “postmoderno” denotano l”inesistenza di una rappresentazione obbligata della società che, tuttavia, può essere intesa come l’inizio di una riflessione “sulla forma delle auto-osservazioni e autodescrizioni di un sistema”. Si tratta, allora, di produrre “osservazioni della società moderna attraverso la società moderna”, consapevoli che “non vi è alcun osservatore esterno”. La prima delle distinzioni di cui il sociologo tedesco si serve per impostare le sue riflessioni è quella tra struttura sociale e semantica: “il discorso sul Moderno viene condotto a livello semantico”. In questo senso, la distinzione tra autoreferenza ed eteroreferenza corrisponde alla struttura della differenziazione funzionale propria della società moderna. Essa dischiude, da un lato, la possibilità di sviluppo degli schematismi binari che identificano i sistemi funzionali e dall”altro l”inclusione di spostamenti quali, per quanto riguarda il sistema scientifico, quello “dalle teorie della corrispondenza alle teorie costruttivistiche”. Da ciò consegue che la società non conosce posizioni dalle quali essa “potrebbe essere descritta in maniera vincolante per altri all”interno della società”. Questo punto di vista è quello della cibernetica di secondo ordine, secondo la quale ciò “che viene costruito come realtà è in definitiva garantito solo dall”osservabilità delle osservazioni” e che opera inoltre una riformulazione del concetto di razionalità. A partire dal fatto che “un sistema si esclude operativamente dall”ambiente e si rinchiude in sè osservando” e applicando la distinzione sistema/ambiente come base per le proprie osservazioni, la razionalità, infatti, non è più concepibile come un programma, bensì potrebbe significare: “riflettere nel sistema l”unità della differenza tra sistema e ambiente”. Anche la presenza di un alto grado di contingenza, in quanto “valore proprio della società moderna”, è ricondotta alla dinamica autopoietica dei sistemi funzionali in base alla quale la “necessità” e l””impossibilità” stesse “non rappresentano più oggi la struttura d”ordine del mondo” bensì sono “solamente modalità, che vanno accettate per ragioni di tempo”. I saggi qui raccolti tematizzano i tentativi della società moderna di “esperimentare un pensiero ad essa adeguato”, a partire dall”esito, prodotto da diversi punti di vista, di annullamento della “metafisica ontologica tradizionale”. Assumendo il paradosso come spinta evolutiva, “la società sviluppa figure di pensiero” con cui “tollerare l”inosservabilità del mondo e far diventare produttiva la non-trasparenza”.

Dati aggiuntivi

Anno pubblicazione 1995
Recensito da
  • Vando Borghi

    Professore di Sociologia dei processi economici e del lavoro - Università di Bologna

Anno recensione 1996
Comune Roma
Pagine 136
Editore