Per amore di Babilonia

Religioni in dialogo alla fine della cristianità


Il nuovo saggio di Salvarani procede nel lavoro già avviato di attento studio dei fermenti che percorrono il mondo delle religioni e di divulgazione della necessità del ?metticiato?, cioè dell?intrecciarsi e del rimescolarsi delle culture e della fede. Il quadro che ne esce è caratterizzato dalla lucida esposizione dei problemi che bisogna superare per giungere a un efficace riconoscimento dell?interculturalità e dalla sistematica elencazione dei possibili modi per arrivare a riscoprire la diversità come valore e potenziale miglioramento di sé ?evitando l?autocelebrazione del proprio io?. Citando il cardinale Martini, Salvarani ricorda che la Chiesa, oggi, ? è un pugno di lievito? e questa sua nuova condizione può rivelarsi feconda di risultati se si elaboreranno strategie capaci di interagire più evangelicamente con l?umanità postmoderna. Quasi costruendo un paradosso, la novità che l?autore auspica è un ritorno alle origini della fede evangelica, quella che non aveva ancora consumato la rottura con la sinagoga. Lo stile della fede cristiana dovrebbe essere all?insegna della mitezza, della non-violenza e dell?accoglienza, in modo da assicurare un?identità incapace di autosufficienza, disponibile a un ascolto attento e al confronto con l?attuale condizione di pluralismo religioso. L?identità mite è quella che sa accettare un dialogo franco e che vive la dimensione della chiesa non come societas perfecta, bensì come koinonìa di persone diverse, costantemente animata dal soffio dello Spirito Santo. Per raggiungere l?ideale di un incontro reale tra religioni occorre anche abbandonare quei percorsi argomentativo/dogmatici sui quali si è finora realizzato ed essere capaci di raccontare, di fare memoria dei rispettivi mirabilia Dei, così come narrativo è il genere letterario del canone biblico. Le religioni, abbandonando il senso di reciproca superiorità, devono porsi al servizio di ciò che di più santo esiste sulla terra, la donna (di cui l?autore lamenta la sottovalutazione nei circuiti decisionali delle chiese storiche) e l?uomo, e raccontarli. Il fondamentalismo, peraltro, non è esclusivo dell?islamismo, ma sembra caratterizzare sempre più l?intera società moderna come risposta forte alla crisi di senso attuale; una strada percorribile al fine di giungere al dialogo ecumenico, conclude Salvarani, è quella di riscoprire il linguaggio del silenzio, la dumìa, per un?autentica lode al creatore e comprendere che la verità biblica ha un carattere sinfonico e plurale: un itinerario da percorrere senza soste e non un deposito di nozioni da accettare una volta per tutte.

Dati aggiuntivi

Autore
  • Brunetto Salvarani

    Professore di Missiologia e Teologia del dialogo - Facoltà Teologica dell'Emilia Romagna, Bologna

Anno pubblicazione 2000
Recensito da
Anno recensione 2002
Comune Reggio Emilia
Pagine 134
Editore