Postdemocrazia


L’Autore descrive la postdemocrazia come un modello socio-politico in cui dominano le lobbies economiche, in cui i cittadini svolgono un ruolo passivo e in cui il dibattito elettorale è controllato da professionisti esperti nelle tecniche di persuasione. Crouch, infatti, considera che l’epoca attuale sia caratterizzata da un elevato tasso di democraticità, ma sicuramente invita a notare la deriva “economicistica” della concezione della cittadinanza e la crisi della democrazia rappresentativa. Anche il discorso politico ricorre a tecniche di manipolazione del consenso che imitano i metodi dell’industria dello spettacolo e della commercializzazione dei beni. Si assiste così al seguente paradosso: i contenuti dei programmi di partito diventano sempre più vaghi e insulsi, mentre diventano sempre più sofisticate le tecniche di manipolazione usate per catturare l’attenzione e le emozioni degli elettori. Parallelamente, la globalizzazione degli interessi economici sposta l’asse politico dall’uguaglianza verso la disuguaglianza di ricchezza e potere, favorendo così la riduzione del welfare state e della partecipazione dei ceti più svantaggiati alla sfera pubblica, sostanzialmente condizionata dalle esigenze dell’industria e della finanza. Queste trasformazioni investono soprattutto le nuove categorie sociali create dall’economia postindustriale (impiegati dei servizi, addetti al commercio, intermediari) che, a differenza degli operai e delle donne, non hanno sperimentato in passato periodi di esclusione politica. Il modello “economicistico” pervade ad ampio raggio la politica: infatti, i governi sembrano rinunciare a qualsiasi ruolo distintivo nel servizio pubblico e chiedono ai vari organi statali di comportarsi come aziende private, di cui invidiano la flessibilità e l’apparente efficienza, favorendo la tendenza alla privatizzazione di interi settori del servizio pubblico. Ma, con la privatizzazione, l’azienda pubblica si concentra soprattutto sulla creazione della propria immagine, piuttosto che sulla giustizia e sulla giustificabilità delle prestazioni: anche in questo caso prevalgono dunque nei servizi pubblici le tecniche dell’approccio pubblicitario e del marketing promozionale. Però non tutto è perduto: la postdemocrazia non esaurisce infatti la necessità e la capacità di formare nuove identità sociali (movimenti ecologisti, femministi, pacifisti) e di esaurire richieste complesse e articolate che il cittadino può elaborare nel medio termine. Per questo motivo i partiti possono ancora svolgere un ruolo fondamentale, visto che nessun attore attualmente presente nella sfera pubblica può adempiere alle legittime istanze di giustizia.

Dati aggiuntivi

Autore
Anno pubblicazione 2003
Recensito da
Anno recensione 2004
Comune Roma-Bari
Pagine 148
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