Representations and Contradictions.

Ambivalence Towards Images, Theatre, Fiction, Relics and Sexuality


Jack Goody propone ai lettori di questo suo nuovo lavoro un viaggio esplorativo attraverso culture e società diverse, dall’Africa all’Asia all’Europa. Le categorie analitiche con le quali lavora sono lo spazio e il tempo, perché a Goody interessano soprattutto i meccanismi di trasformazione della realtà sociale. L’oggetto di studio è in questo caso la rappresentazione, sia come immagine, sia come parola scritta e orale. Il concetto di rappresentazione artistica o religiosa, inteso come mezzo di comunicazione di oggetti, pensieri o esperienze, deve essere compreso in senso letterale: rendere presente qualunque “cosa” materiale o astratta che non è presente, e in modo diverso rispetto al suo essere naturale, provocando in questo modo una contraddizione. L’aspetto più originale di questo libro non consiste solo nello studio delle rappresentazioni, ma anche in quello della loro assenza, cioè nella loro soppressione. Infatti Goody riflette sulle implicazioni e sull’intenzionalità delle obiezioni che vengono sollevate contro le icone, le reliquie, i “giochi teatrali”, i riti, i miti, il romanzo, e anche contro la rappresentazione del corpo nudo e della sessualità. La distribuzione delle forme di rappresentazione non è nè uguale nè uniforme nelle diverse epoche e culture; infatti le reazioni contro le rappresentazioni sono time-specific, tanto che non sono connesse “geneticamente” alle strutture culturali, bensì stimolate dalle situazioni particolari e dal carattere contraddittorio della comunicazione intorno all’uomo e al divino. Le obiezioni e le proibizioni derivano dalla ambivalenza, dalla contraddizione cognitiva innata nel linguaggio. Questo problema è più esplicito nelle società con scrittura, in cui si sviluppa una ideologia e una filosofia che esprime il dubbio, e tuttavia non è assente, almeno implicitamente, nelle culture orali. La forma che il problema posto dalla rappresentazione prende nei diversi contesti è naturalmente mutevole, dato che dipende dalla specifica forma di comunicazione. Goody affronta i possibili giochi di ambivalenze tra realtà e divinità nell’analisi delle icone, tra mortalità e immortalità nei fenomeni di pellegrinaggio, tra rito e gioco teatrale e tra verità e finzione nel racconto mitico, tra privato e pubblico nella rappresentazione del corpo nudo. Non a caso il libro termina con una riflessione sul rapporto tra superficie e profondità connessa all’attività del ricercatore scientifico.

Dati aggiuntivi

Autore
  • Jack Goody

    Professore emerito di Antropologia sociale - Università di Cambridge (UK)

Anno pubblicazione 1997
Recensito da
Anno recensione 1998
Comune Oxford
Pagine 293
Editore