Storie del tempo


Il volume si propone di analizzare la multiforme storia del tempo, del quale l'Autore prende in esame le dimensioni quantitative e qualitative, pubbliche e private, oggettive e soggettive, essendo duplice il significato della parola italiana tempo (e, spesso, anche delle sue omologhe in altre lingue). Questo termine, infatti, rimanda abitualmente sia alle condizioni climatiche esterne sia alla percezione umana di intervalli e durate, da noi estesa fino all'idea di un continuum indefinito in cui sembrano svolgersi successioni di fenomeni ed esistenza. D'altronde, già il vocabolo latino tempus era, sì, usato solo nel senso cronologico di epoche e date, ma da esso derivavano il sostantivo tempestas, che indicava le intemperie atmosferiche esterne, e il verbo temperare, ossia moderare, pareggiare, che si riferiva ad uno stato di coscienza. Redondi, nel libro, non solo si sofferma sulle scoperte che nella storia della cultura occidentale hanno maggiormente segnato la riflessione intorno al tempo, ma, allo scopo di dar conto di come esso venne via via misurato e raffigurato, offre anche esempi significativi tanto delle rappresentazioni letterarie ed artistiche del tempo quanto della simbologia e della tecnica dell'orologio dal Medioevo ad oggi. L'Autore fa seguire alle proprie analisi e ricostruzioni una ricca antologia di scritti, che prende avvio dal Timeo (ca. 360 a.C.) di Platone e si conclude col Saggio sul tempo (1984) di Norbert Elias. Le argomentazioni di Redondi mostrano con dovizia di particolari come il nostro concetto di tempo sia frutto di un «processo di costruzione elaboratosi attraverso le epoche del passato e che continua a fare silenziosamente parte del nostro presente» (p. 7). La conoscenza matematicamente controllata del tempo e del suo sistematico impiego applicato alla nostra società e alla nostra vita personale è il risultato dell'intrecciarsi di una molteplicità di storie, da quella religiosa a quella delle invenzioni tecniche, dal corso dell'astronomia a quello della fisica, della biologia e della psicologia. Nella consapevolezza di ciò e dell'impossibilità di pensare il tempo in modo atemporale, Redondi mira a ricostruire «come siamo arrivati a questo punto, con quali mosse, domande e decisioni ci siamo serviti del tempo e lo abbiamo plasmato per coordinarci ai fenomeni naturali e per sincronizzare le nostre catene di interdipendenza sociale» (p. 149), fino a renderlo, da un iniziale strumento della regolarizzazione/standardizzazione dei rapporti uomo/sacro e natura/divinità, uno dei più potenti talismani "laici" della modernità, al quale tutti noi siamo perdutamente avvinti.

Dati aggiuntivi

Autore
Anno pubblicazione 2007
Recensito da
Anno recensione 2008
ISBN 9788842082644
Comune Roma-Bari
Pagine 391
Editore