L'inclusione dell'altro

Studi di teoria politica


Con questa raccolta di saggi, redatti tra il 1992 e il 1996, Habermas attualizza e approfondisce la sua ricerca sui fondamenti legittimanti degli stati multiculturali, sviluppando un suo personale modello di repubblicanesimo neokantiano. La costruzione di questa posizione nell’ormai secolare dibattito tra principi liberali e repubblicani ha il suo fondamento teorico nella restituzione alla morale della sua valenza cognitiva, ad essa sottratta dalla modernità e dal trionfo del razionalismo utilitarista. Per Habermas le regole morali, che controllano e dirigono tuttora l’azione sociale e le prese di posizione dei singoli attori nelle controversie, non possono essere assimilate a mere preferenze soggettive ma devono essere considerate come obblighi razionalmente giustificabili. La fine dello statuto ontoteologico della filosofia morale ci obbliga a ricercare una sua giustificazione intramondana, che non può limitarsi ad un mero utilitarismo, non essendo quest’ultimo in grado di spiegare il senso della normatività delle regole morali. Alla sostituzione del gioco linguistico della morale con quello della preferenza soggettiva operata dalla modernità, Habermas oppone una rifondazione, sostituendo alla trascendenza la intersoggettività: la morale riacquista il suo valore cognitivo in quanto conoscenza intuitiva, know how condiviso, stabilizzato e confermato, la cui validità dipende dall’essere diffuso e accettato. Ogni individuo si considera contemporaneamente come singolo e come membro comunitario nella ricerca delle soluzioni pacifiche ai conflitti: il contenuto universale di questa morale si risolve quindi nella forma della prassi dell’argomentazione, allo scopo di favorire una concorrenza collaborativa per l’argomento migliore e l’orientamento all’intesa dei partecipanti. Con questa operazione, Habermas fornisce lo strumento per risolvere il dilemma tra diritti dell’individuo e sovranità popolare, dimostrandone la cooriginarietà. Relegando la dimensione etica al piano individuale, mantenendo una possibile morale universale, Habermas risolve il limite del modello repubblicano di democrazia, che concepisce la politica come forma di riflessione su un unico contesto di vita etico, e allo stesso tempo contrasta l’esasperato individualismo del modello politico liberale. Questo percorso teorico giunge alla definizione di una teoria della democrazia normativa sostantiva, basata su una procedura consultiva e insieme deliberativa, dal carattere sostanzialmente inclusivo, naturale evoluzione di quella teoria dell’agire comunicativo formulata da Habermas all’inizio degli anni ottanta.

Dati aggiuntivi

Autore
Anno pubblicazione 1998
Recensito da
Anno recensione 1999
Comune Milano
Pagine 278
Editore