Solidarietà tra estranei


Diviso in tre parti (nella prima, la più ampia, l’autore puntualizza i contenuti di un convegno tenutosi alla Cardozo Law School di New York nel 1996; nelle altre due, realizzate sotto forma di intervista nel 1994, sviluppa argomentazioni di stretta attualità sociale e politica) questo denso volume consente di approfondire e chiarire alcuni dei passaggi che Habermas ha ampiamente elaborato in Fatti e norme (Milano 1996). Diritto, filosofia, sociologia, politica si intrecciano in queste pagine che manifestano la preoccupazione di elaborare una teoria sociale “costruttiva”, necessaria dopo che i margini d’azione degli Stati nazionali si sono rivelati insufficienti di fronte alla capacità di autocontrollo dei mercati integrati globalmente. L’intento è dare concreta risposta ai conflitti di valore che nascono dall’interazione di forme di vita estranee tra loro in società che diventano tanto complesse da rendere indifferibile una precisa distinzione tra ciò che è giusto e ciò che è bene. Le crescenti differenze sociali vengono avvertite con maggiore urgenza e non è più sufficiente garantire la coesistenza delle forme di vita soltanto con il diritto al voto. Le regole di maggioranza sono incomplete in quanto autorizzano risultati razionali senza poter garantire che siano effettivamente giusti. La giusta lettura del sistema dei diritti, afferma l’autore, sarà allora quella che sfrutta il contenuto universalistico dei diritti umani in maniera adeguata. Momento centrale della difesa dei diritti e della democrazia è l’agire comunicativo, attraverso il quale si realizza una possibile intesa tra le posizioni dei singoli individui. Il potere comunicativo (quello che può influenzare i processi di giudizio senza l’uso della violenza) si trasforma in potere amministrativo proprio mediante il diritto. Esso è l’unico “medium” che garantisce la “solidarietà tra estranei” nelle società complesse. I diritti “devono essere fatti derivare dalla nostra co-appartenenza a un’associazione giuridica di liberi ed eguali e la loro legittimità risulterà unicamente dal riconoscimento reciproco di eguali libertà” (p. 96). La solidarietà che sperimentiamo nei concreti rapporti di riconoscimento diventerebbe così capace di strutturare lo stesso diritto: essa continua a essere la risorsa sociale di cui l’autodeterminazione democratica dei cittadini deve alimentarsi per poter produrre diritto legittimo. Il potere comunicativo, conclude Habermas, può crescere soltanto in sfere pubbliche che producono relazioni intersoggettive sulla base del riconoscimento reciproco; quando queste forme di intersoggettività vengono distrutte, vediamo nascere masse di individui isolati che possono essere indotti da leader demagogici a compiere azioni di massa violente.

Dati aggiuntivi

Autore
Anno pubblicazione 1997
Recensito da
Anno recensione 1998
Comune Milano
Pagine 150
Editore