Religioni forti

L'avanzata dei fondamentalismi sulla scena mondiale


Nonostante i movimenti fondamentalisti siano da tempo al centro dell’attenzione, si deve registrare una comprensione incompleta del loro dinamismo, che si basa su una doppia fonte, religiosa e politica: se da un lato infatti essi cercano di arrestare l’erosione dell’identità religiosa, dall’altro cercano di creare alternative praticabili alle istituzioni secolari. Gli autori del volume cercano quindi di analizzare i contesti e gli stimoli che hanno contribuito all’esplosione di questi movimenti, di cogliere i caratteri comuni e di valutare se sono in grado di portare la loro lotta oltre i loro confini territoriali. Vengono così evidenziate cinque costanti ideologiche: reazione e difesa nei confronti della secolarizzazione, selettività in relazione ad alcuni aspetti della tradizione, manicheismo morale, riconoscimento di infallibilità alle fonti religiose, millenarismo; e quattro organizzative: una ristretta cerchia di eletti, confini precisi rispetto al mondo esterno, autorità riconosciuta al leader, rigide norme di comportamento. I vari movimenti hanno inoltre in comune una certa “logica” di sviluppo e seguono certi modelli (conquistatori del mondo, trasformatori del mondo, creatori del mondo, rinunciatari al mondo). Il principale nemico delle religioni forti è lo Stato moderno, nei confronti del quale i fondamentalismi assumono un atteggiamento di imitazione e allo stesso tempo di resistenza. I fondamentalisti, inoltre, si tengono in disparte, perché ciò che temono maggiormente è la contaminazione da parte di un ambiente ostile. Un aspetto peculiare dei fondamentalisti è quello di difendere l’ortodossia e preservare le tradizioni religiose creando nuovi metodi e formulando nuove ideologie, spesso in contrasto con le credenze storiche e i comportamenti etici delle generazioni precedenti. La presenza di un capo carismatico è importante (deve però esserci anche una massa di potenziali seguaci) e svolge il ruolo creativo essenziale nella trasformazione e sopravvivenza dei movimenti fondamentalisti. Importante è poi la natura del regime politico e la composizione etnica della società in cui emergono. Infatti nelle strutture non democratiche i movimenti, dopo una fase di espansione, possono prendere il potere con mezzi violenti; nelle strutture democratiche invece consolidano la propria attività sfruttando le tendenze economiche delle società moderne. La preoccupazione formale dei fondamentalisti di assicurare la certezza della loro visione del mondo si evidenzia spesso con una puntigliosa osservanza della legge: tale legalismo deve bastare, perché la fede non è più avvolta nel tessuto della quotidianità della vita.  

Dati aggiuntivi

Autore
Anno pubblicazione 2006
Recensito da
Comune Bologna
Pagine 335
Editore