Peccato in questione

La caduta originaria nella storia della teologia e della filosofia

  • Marco Ravera

    Professore di Filosofia della religione - Università di Torino

  • martedì 31 Ottobre 2006 - 17.30
Centro Studi Religiosi

La nozione di una “colpa originaria” è rinvenibile, in forme fra loro certo molto diverse, nei miti più antichi di tutti i popoli e di tutti i paesi, quale tentativo di soluzione, ora semplicemente narrativa ed ora già intrisa di elementi speculativi in nuce, del problema della presenza del male nel mondo. Alla riflessione teologica e filosofica occidentale e cristiana essa è tuttavia pervenuta dalla tradizione scritturale ebraica, nella forma della narrazione biblica contenuta nel terzo capitolo della Genesi. Il “peccato originale” commesso dal primo uomo, e simbolizzato dal mangiare il frutto proibito della “conoscenza del bene e del male”, ha allontanato l’umanità da Dio e l’ha privata del suo stato di “santità originaria”, donde l’incombere del male (sia fisico sia morale) su di essa, la “spiegazione” di questo male, la sua “trasmissione” a tutte le generazioni successive e – ciò che salda l’antico mito biblico con l’idea della redenzione universale ottenuta da Cristo – la convinzione della sua irredimibilità con le sole forze umane: la penetrazione del male nell’uomo, proprio perché voluta ed operata liberamente da lui, è così profonda e pervasiva da non consentirgli di liberarsene da solo e da abbisognare, per questo, di un aiuto divino assolutamente libero e gratuito.
E’ chiaro dunque come nella riflessione teologica e filosofica dell’epoca cristiana il problema, rimasto aperto nell’Antico Testamento, abbia ricevuto un’elaborazione vastissima, a partire dalla Patristica sino al pensiero più recente, trattandosi di una sorta di pietra d’inciampo inaggirabile: il “peccato originale”, ora riconosciuto nella sua insondabile fattualità che costringe alla sua ammissione per fede, ora sottoposto a possenti sforzi di razionalizzazione per darne una spiegazione compatibile con le forze della ragione umana, ora anche “rimosso” da forme di pensiero volte al tentativo di ricondurre il male a un problema puramente umano, non ha mai potuto essere completamente ignorato, ed è pressoché impossibile rinvenire, in due millenni di speculazione, una sola corrente di pensiero che non si misuri, direttamente ed esplicitamente oppure anche in modo più sotterraneo o talvolta anche elusivo, con tale questione che è appunto, in ultima istanza, la questione stessa dell’origine del male e, quindi, della condizione umana presente.  Certo, ne nascono altri problemi: come può il “primo uomo” avere peccato se il germe del male non era già presente in lui? Come concepire l’ereditarietà della colpa posto che per ogni altro uomo dopo Adamo non si può parlare di imputabilità individuale? Non è questo in contraddizione con la bontà di Dio, che va presupposta? E ancora: come è avvenuto che il male “attuale” sia rimasto nell’uomo, almeno come tendenza a compiere nuovi peccati particolari, anche dopo la redenzione operata da Cristo?
L’elaborazione di questi problemi attraversa l’intera storia l’intera storia del pensiero occidentale, che può dunque anche essere letta, secondo un’angolazione certo particolare ma stimolante e suggestiva, come una risposta alla provocazione del mito del peccato originale.

Riferimenti Bibliografici

- F. Castel, “Dio disse…”. I primi undici capitoli della Genesi, Cinisello Balsamo, Edizioni Paoline, 1987; - G. Ravasi, Il libro della Genesi (1-11), Roma, Città Nuova, 1990;* - L. Pareyson, Ontologia della libertà, Torino, Einaudi, 1995;* - AA. VV., Questioni sul peccato originale, a cura di I. Sanna, Padova, Messaggero, 1996; - M. Ercoleo, Una lettura teologico-filosofica dei primi capitoli della Bibbia, Palermo, Fondazione nazionale Vito Fazio-Allmayer, 2000;
- AA. VV., Interpretazioni filosofiche del peccato originale [titolo provvisorio], a cura di G. Riconda e M. Ravera, Brescia, Morcelliana (in preparazione).

(*) I titoli contrassegnati con l'asterisco sono disponibili, o in corso di acquisizione, per la consultazione e il prestito presso la Biblioteca della Fondazione Collegio San Carlo (lun.-ven. 9-19)

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