Globalizzazione e disuguaglianze


Nei primi due capitoli del volume Gallino descrive gli effetti della globalizzazione sul mercato capitalistico e sui processi di modernizzazione economica e sociale, sottolineando il mutamento radicale della struttura del mercato, il quale, grazie alla sua estensione planetaria, perde i suoi connotati ‘weberiani’ di luogo razionale deputato allo scambio, per divenire un non-luogo diffuso ovunque, grazie alle nuove tecnologie. Gallino pone enfasi soprattutto sulla trasformazione del lavoro con la necessità di una flessibilità radicale; l’accrescimento dei poteri economici e finanziari su quello politico; l’aumento delle disuguaglianze all’interno del mondo sviluppato e nei confronti del Sud del mondo; il cambiamento del modo di produzione, caratterizzato dalla delocalizzazione e dalla produzione just in time – o, al contrario dall’estrema localizzazione dei prodotti di ‘nicchia’, di qualità superiore, capaci di creare valore aggiunto. Globalizzazione significa dunque, sul piano economico e sociale, la fine del fordismo, mentre sul piano culturale indica la dissoluzione delle comunità originarie. Nell’ultimo capitolo Gallino si occupa del problema della governance della globalizzazione: infatti, non è esatto sostenere che la globalizzazione produce l’aumento irreversibile degli effetti negativi dell’economia di mercato e delle sue forme sociali; né, d’altra parte, che la globalizzazione comporti di per sé lo sviluppo. Esistono infatti possibilità positive del fenomeno ma è necessario il governo della globalizzazione, perché allo stato presente gli effetti perversi del mercato globale sono più consistenti delle sue opportunità. L’autore non risparmia critiche alle soluzioni proposte dall’ONU per la governance, notando che la loro astrazione è dovuta alla latitanza dei governi e delle istituzioni transnazionali, difettose nella loro rappresentanza democratica e spesso tecnicamente inefficaci. Gallino non vede comunque alternative alla correzione di rotta, da realizzare attraverso una riforma di quelle stesse istituzioni, e che dovrebbe concretarsi nella ricerca del controllo politico e tecnico dei seguenti problemi posti dalla globalizzazione: la riduzione dello squilibrio tra economia finanziaria e economia reale; la riduzione delle disuguaglianze internazionali e nazionali; la reale concorrenza fra le imprese; il miglioramento qualitativo dello sviluppo economico; la promozione dello sviluppo locale; lo stimolo della società civile (con una difficile identificazione in una cittadinanza universale) nei confronti delle istituzioni affinché prendano in cura la governance.

Dati aggiuntivi

Autore
Anno pubblicazione 2000
Recensito da
Anno recensione 2002
Comune Roma-Bari
Pagine 130
Editore