Il teatro dell'immortalità

Mortalità immortalità e altre strategie di vita


L”intento esplicito dell”opera di Bauman è quello di rintracciare e analizzare la presenza della morte, ovvero la conoscenza consapevole o rimossa della mortalità, “nelle istituzioni, nei rituali e nelle credenze umane che, a giudicare dalle apparenze, svolgono esplicitamente e consapevolmente compiti e funzioni totalmente differenti, privi di relazione con le preoccupazioni normalmente indagate negli studi dedicati alla “storia della morte e del morire”(p.8). Si tratta dunque di un esercizio di ermeneutica sociologica fondato sulla convinzione che avendo la mortalità creato l”opportunità, “tutto il resto è stato creato da esseri consapevoli di essere mortali” (p. 15). La storia della cultura è perciò ricondotta da Bauman alla storia delle diverse modalità di superamento della mortalità: a una prima distinzione tra ciò che è transitorio e ciò che è necessario sia duraturo – e in questo caso la trasformazione dello scriba in autore segna l”ingresso delle opere del pensiero nel regno dell”immortalità – segue, in epoca moderna, un processo di decostruzione della mortalità tendente alla risoluzione della mortalità nell”assimilazione, tra l”altro, alla malattia. La conseguenza più importante di tale processo è sicuramente la nascita di dottrine e pratiche sociali che si fondano implicitamente sul nuovo rapporto esistente tra morte e malattia: l”esempio proposto da Bauman, già analizzato nel 1988, anche se in termini diversi, in Modernità e olocausto (Bologna, il Mulino, 1992), è quello del razzismo come forma di “igiene” che riconosce nell”estraneo l”agente esterno in grado di portare alla morte dell””organismo sociale” in cui è ospite. La strategia di vita che invece caratterizza l”epoca post-moderna è il processo di decostruzione dell”immortalità che nella sostituzione della notorietà alla persistenza della memoria elimina la precedente ricerca dell”immortalità in una rappresentazione quotidiana della morte nella forma surrogata della scomparsa dalla scena, ovvero in una forma che ammette sempre un ritorno. Già docente di sociologia presso le Università di Varsavia e di Tel Aviv, dal 1971 Bauman insegna all”Università di Leeds. Delle sue numerose opere sono disponibili in traduzione italiana Cultura come prassi (1973), Bologna, il Mulino, 1976; Memoria di classe (1982), Torino, Einaudi, 1987; La decadenza degli intellettuali (1987), Torino, Bollati Boringhieri, 1992.

Dati aggiuntivi

Autore
Anno pubblicazione 1995
Recensito da
Anno recensione 1996
Comune Bologna
Pagine 277
Editore