La democrazia di Dio

La religione americana nell'era dell'impero e del terrore


Gli americani sono il popolo più religioso tra le nazioni industrializzate. Tutti i governi americani hanno quindi riservato una particolare attenzione alla religione, pur conservando sempre la separazione tra Stato e Chiesa. La novità della presidenza di Gorge W. Bush, afferma Gentile, è data dal tentativo della destra religiosa di trasformare la religione civile americana in una religione politica "all'americana", cioè in una sacralizzazione della politica da parte di un singolo partito che si arroga il monopolio della definizione del Bene e del Male. Il presidente Bush e il partito repubblicano danno l'impressione di voler affermare il primato assoluto del patriottismo, di rappresentare i veri valori morali e religiosi dell'America, di identificare la religione con la propria ideologia; un processo che potrebbe modificare definitivamente la natura ecumenica, tollerante e inclusiva che ha caratterizzato, fino al 2000, la religione civile americana. In questa trasformazione ha avuto un ruolo fondamentale la tragedia dell'11 settembre 2001, che ha condotto alla progressiva elaborazione di una teologia di guerra in cui il nemico veniva identificato con il Male, rappresentato come un'entità sacra della quale i terroristi erano gli adoratori. In questo modo da un lato si costruisce la legittimazione morale di una nuova strategia imperiale che considera secondario il ruolo del diritto internazionale, dall'altro avviene la sacralizzazione della nazione americana, che assume il ruolo di modello universale di democrazia concepito come un disegno divino, una religione nazionale che giustifica azioni di guerra. Questo mito non è una novità: come ricorda Gentile, fin dal 1789 la cerimonia di insediamento presidenziale rappresenta un rito collettivo di dedizione a Dio. Attraverso i discorsi d'insediamento – chiusi dalla formula "So help me God" – si è venuta elaborando una sorta di teologia presidenziale della democrazia di Dio, che nasce da un'interpretazione religiosa della storia della nazione americana, delle sue istituzioni e del suo ruolo nel mondo. Gli eletti, repubblicani e democratici, assumono quindi le vesti di pontefici della religione americana, che per questo non ha un'esplicita connotazione cristiana, ma più genericamente deista. Gli insuccessi sul piano interno e internazionale che stanno caratterizzando il secondo mandato di Bush fanno dubitare – conclude Gentile – che il tentativo di realizzare una religione politica all'americana possa avere successo, anche se l'ostentazione con cui esso è stato perseguito può rappresentare un esempio seducente  per altri aspiranti  al monopolio della politica e della religione in una democrazia.

Dati aggiuntivi

Autore
  • Emilio Gentile

    Professore di Storia contemporanea - Università di Roma "La Sapienza"

Anno pubblicazione 2006
Recensito da
Anno recensione 2007
Comune Roma-Bari
Pagine XI+266
Editore