Laicismo indiano


Amartya Sen, recentemente insignito del premio Nobel per l’economia, raccoglie in questo volume sette saggi, scritti tra il 1993 e il 1997, improntati alla ricerca di una via di uscita dalla crisi politica e sociale nella quale si dibatte l’India. Il progetto modernizzatore di Jawaharalal Nehru, che sottende alla struttura istituzionale dello stato indiano, si trova oggi, da un lato, sotto il fuoco incrociato di critiche di stampo tradizionalista e, dall’altro, dell’affermarsi di teorie postmoderne di stampo comunitario. Il carattere laico e il liberalismo democratico ispiratori della costituzione indiana sono i principali bersagli dei diversi fondamentalismi che attraversano il paese, primo fra tutti quello indù, che oltre ad avere scatenato l’ennesimo ciclo di sanguinosi scontri, costati più di duemila morti tra il 1992 e il 1993, gode oggi di un notevole seguito elettorale. Di fronte al rischio di una revisione in senso confessionale della costituzione, Sen rivendica orgogliosamente la millenaria tradizione razionalista e materialista del suo paese – al quale si attribuiscono l’invenzione del sistema decimale e la concezione del sistema solare, senza dimenticare il gioco degli scacchi e il Kamasutra – denunciando la rimozione selettiva della storia della cultura indiana operata innanzi tutto dai colonizzatori inglesi e mutuata, paradossalmente, proprio dagli assertori della tradizione indiana. In un paese di più di ottocento milioni di persone, dove da secoli si confrontano diverse fedi religiose (nonché un numero cospicuo di atei e agnostici) e dove l’unica possibilità di convivenza civile è data dal riconoscimento del diritto dei singoli a ricercare la propria via alla realizzazione del sé, il laicismo dell’autorità statale diventa indispensabile. In una sorta di parallelo tra le “libertà negative” e le “libertà positive” cosi come sono elaborate da Isaiah Berlin, Sen auspica che il laicismo non si limiti ad un’equidistanza “negativa” dello stato dalle diverse fedi religiose, ma si trasformi in una politica attiva in grado di favorire il riconoscimento reciproco. Sen riconosce i limiti e le deviazioni che il processo di modernizzazione ha subito in India: la sua parzialità, la convivenza tra punte di eccellenza nello sviluppo tecnologico e tassi di analfabetismo tra i più alti del mondo, la povertà dilagante in un paese che aspira ad essere potenza economica. Ma proprio queste considerazioni lo supportano nella pretesa di una democrazia più avanzata, fondata su valori assolutamente non estranei alla cultura indiana.

Dati aggiuntivi

Autore
Anno pubblicazione 1998
Recensito da
Anno recensione 1999
Comune Milano
Pagine 166
Editore