Questioni di fede


In un saggio ritmato dai capoversi e dalle tesi del Credo, Berger si confronta con i fondamenti della fede cristiana «non vincolato da nessuna delle tradizionali autorità in materia di fede». Il risultato è un’utile e articolata riflessione sulle differenti posizioni dottrinali tuttora presenti nel cristianesimo, oltre che una puntuale ricognizione delle parole e dei concetti che dovrebbero costituire il patrimonio della fede in Cristo e che sono al centro di crescenti frizioni con il mondo laico. La modernità problematizza le credenze, afferma Berger, a causa dell’alto grado di pluralismo nell’ambiente sociale contemporaneo. Dove esiste una pluralità di credenze l’individuo è costretto a scegliere e un più alto grado di riflessione teologica da parte dei singoli è inevitabile. Analogamente, continua Berger, la Chiesa, prima di essere un’istituzione è una comunità di fedeli orientata alla preghiera e al culto nel nome di Cristo, e come tale non può essere rinchiusa in precisi  criteri di carattere giuridico o istituzionale. Se si ritiene che la Chiesa sia un oggetto di fede, allora questa deve fare riferimento a criteri quali la santità e l’universalità. Berger intende difendere una sorta di relativizzazione del concetto di Chiesa che rifiuti ogni sua forma storica, ma ne consideri l’autenticità nella misura in cui continua a testimoniare il nucleo centrale del messaggio cristiano, in linea con il “principio protestante” coniato da Paul Tillich: un principio di libertà, che non si può costringere in una definizione, non si esaurisce in nessuna religione storica e ha in sé la protesta contro qualunque pretesa di assolutezza che si levi a favore di una realtà relativa. Il fondamentalismo cristiano secondo il quale ogni testo biblico è ineffabile è dunque una perversione della fede, quando non un suo rifiuto, dato che alla fede sostituisce una certezza. Mentre le autorità cattoliche consentono il carattere miracoloso del loro apparato sacramentale, esse non sono favorevoli a manifestazioni extracurricolari del sovrannaturale. Questa esitazione affonda le proprie radici nel sospetto dei burocrati verso ogni libera iniziativa. Berger sostiene una posizione di equilibrio tra due tradizioni cristiane che si confrontano da sempre: da un lato lo spirito dell’ordine (lo Spirito Santo è attributo delle sole istituzioni della Chiesa) e dall’altro lo spirito della profezia (si accede allo Spirito senza mediazione istituzionale) che privilegia l’interiorità rispetto alle forme della religione organizzata. Tra il rischio di «sclerotizzazione e quotidianizzazione» presente nello spirito dell’ordine e il caos a cui si può giungere seguendo soltanto lo spirito della profezia, vi è posto per un percorso ragionevole, che è quello seguito dal luteranesimo, che vede lo Spirito attivo esclusivamente nella Parola di Dio.

Dati aggiuntivi

Autore
Anno pubblicazione 2005
Recensito da
Anno recensione 2006
Comune Bologna
Pagine 269
Editore