Zwischen den Kulturen

Theorie und Praxis des interkulturellen Dialogs


I saggi contenuti in questo libro ripercorrono i lavori di un convegno tenuto nel luglio 1994 presso il Centro di ricerca «Franz Rosenzweig» per la storia della cultura e della letteratura ebraico-tedesca della Hebrew University di Gerusalemme. La prospettiva teorica interdisciplinare, dall’antropologia alla filosofia, dalla linguistica all’ermeneutica, si concentra sulla verifica delle questioni e dei metodi connessi al confronto tra le culture, soprattutto a partire dalla particolare esperienza caleidoscopica dell’incontro ebraico-tedesco, inteso come paradigma privilegiato per un discorso teorico sull’interculturalità. Una prima distinzione concettuale sulla quale i testi si soffermano con puntualità è quella tra endogenesi ed esogenesi: il caso del confronto culturale tra una minoranza e una maggioranza dalle radici diverse, ma conviventi all’interno di una stessa realtà socio-politica, è ben diverso da quello del confronto tra entità culturali autonome da un punto di vista storico e geografico. Il problema centrale, in entrambi i casi, è quello della relazione esterno-interno, che dal punto di vista endogeno assume le caratteristiche di uno sfumato rapporto dialettico e introspettivo tra legame e separazione, tra vicinanza e lontananza. In questa relazione aperta e dinamica sono in gioco concetti dalla portata interdisciplinare: tradizione e innovazione, assimilazione, esclusione e integrazione appartengono a un terreno sul quale si incontrano, soprattutto nel mondo moderno, politica e religione, filosofia e sociologia. La dimensione del confronto interculturale può essere tanto costruttiva quanto distruttiva, proprio perché il concetto di altro contiene in sè sia la dimensione dell’incontro e della correlazione, sia quella della irriducibile differenza e dell’inimicizia. Di fronte all’inadeguatezza del modello universal-razionalistico, la ricerca teorica deve orientarsi intorno al concetto di Zwischenraum (‘spazio intermedio’) quale indicatore dei limiti di una diretta traducibilità delle culture: “all’ideale astratto di una ambìta trasparenza tra le culture viene opposta la realtà di un ineliminabile residuo di intraducibilità” (p. 2). Naturalmente il nucleo concettuale indicato dall’idea di Zwischenraum attraversa diverse discipline e prospettive, e in questo senso deve essere compresa la varietà dei contributi presenti nel volume (tra i quali si segnalano per incisività i saggi di Wolfgang Iser, Aleida Assmann, Klaus Reichert e Gabriel Motzkin), legati ai problemi della traduzione e del nome, dell’appropriazione e della retorica, dell’ascolto e del segreto.

Dati aggiuntivi

A cura di
Anno pubblicazione 1997
Recensito da
  • Carlo Altini

    Professore di Storia della filosofia - Università di Modena e Reggio Emilia

Anno recensione 1998
Comune Tubingen
Pagine 170
Editore