Secrecy and Concealment. Studies in the History of Mediterranean and Near Eastern Religions


Il libro raccoglie gli atti del convegno organizzato nel giugno 1993 dalla Werner Reimers-Stiftung sui temi del segreto e dell’occultamento nelle antiche religioni politeistiche e monoteistiche, e in questo prosegue l’attività di ricerca del circolo “Religionstheorie und politische Theologie” fondato da Jacob Taubes agli inizi degli anni Ottanta. Dopo i lavori sullo gnosticismo, sulla teocrazia e sul chiliasmo, e soprattutto dopo la morte di Taubes, la prospettiva politica cede il passo a una sensibilità storico-religiosa maggiormente interdisciplinare, dall’ermeneutica alla sociologia, dalla storia delle religioni alla filologia. I numerosi contributi sono suddivisi in due grandi aree: dopo il saggio metodologico, di ispirazione simmeliana, sulla struttura triadica del segreto, i temi del segreto e dell’occultamento vengono dislocati tanto nell’antico politeismo (in particolare nelle civiltà egiziana e greca, senza dimenticare l’età ellenistica e l’impero romano), quanto nell’antico monoteismo del vicino Oriente. Nella prospettiva dominante in questi saggi, segreto non equivale a occultamento: mentre il segreto viene interpretato soprattutto come condivisione, l’occultamento risulta essere soprattutto esclusione. Tra i molteplici problemi sollevati dai vari autori, sembra particolarmente rilevante la definizione storica del rapporto tra oralità e scrittura: le ricerche sull’Egitto (scrittura come occultamento) e sulla Grecia (oralità come segreto) forniscono infatti esiti diversi rispetto al valore simbolico della scrittura, al grado magico della recitazione liturgica e alla diversa tipologia dell’onore dipendente dalla divisione del lavoro sociale. E’ comunque determinante distinguere la rivelazione di una conoscenza segreta dalla disobbedienza al comando del silenzio per motivazioni tanto religiose quanto politiche: non possiamo dimenticare che in molte concrete situazioni storiche l’occultamento, ma non il segreto, risponde a esigenze di protezione sociale, così che è il tipo di relazione, e non il contenuto della conoscenza, a determinare fedeltà o tradimento. L’occultamento rappresenta la realtà pratica dell’appartenenza ad una comunità politica chiusa, separata. Non a caso, gli antichi segreti greci erano spesso ‘aperti’, cioè comunemente conosciuti, sebbene la loro comunicazione pubblica fosse sottoposta a divieti rituali; al contrario, la struttura profetica del segreto sembra riguardare le pubbliche dichiarazioni di fede.

Dati aggiuntivi

A cura di
  • Hans G. Kippenberg

    Professore di Teoria e Storia delle Religioni - Universität Bremen

  • Guy G. Stroumsa

    Professore di Storia comparata delle religioni - Hebrew University of Jerusalem

Anno pubblicazione 1995
Recensito da
  • Carlo Altini

    Professore di Storia della filosofia - Università di Modena e Reggio Emilia

Anno recensione 1998
Comune Leiden
Pagine 406
Editore