Il Trattato di Lisbona. Per una soluzione della crisi europea

Le frontiere dell'Europa

Seminario di cultura europea, febbraio - aprile 2008


Con la firma del Trattato di Lisbona si avvicina a conclusione il lungo processo di riforma, iniziato con il Consiglio europeo di Nizza del 2000, con il quale si è mirato a modificare l’assetto politico e istituzionale dell’Unione Europea allo scopo di adeguarlo alle nuove questioni poste dall’allargamento e dalla globalizzazione. Malgrado abbia attraversato alcuni momenti di crisi, questo processo di riforma ha costituito una significativa novità sulla scena internazionale. Soprattutto grazie ai lavori della Convenzione Europea (2002-2003) – sorta sul modello della Convenzione incaricata di redigere la Carta dei diritti fondamentali (2000) -, questo processo ha rafforzato l’immagine dell’Europa come luogo in cui si è sperimentato un nuovo modello di sovranità multilivello in grado di confrontarsi con la complessità globale caratterizzata da una sostanziale interdipendenza economica e da un crescente multilateralismo politico. Malgrado tale innovazione, il processo di riforma dell’Unione si è sviluppato in anni contrassegnati da un diffuso scetticismo antieuropeista – determinato soprattutto dalle difficoltà economiche che hanno caratterizzato i maggiori paesi dell’Europa continentale – tanto da registrare anche significative battute d’arresto, la più evidente delle quali si è verificata nel 2005 con la mancata adozione del Trattato costituzionale da parte del Consiglio europeo in seguito agli esiti negativi dei referendum francese e olandese. La necessità di dare una risposta ai problemi politici connessi all’azione esterna e interna dell’Unione è stata però più forte delle polemiche, tanto che la Conferenza intergovernativa insediata dal Consiglio Europeo è giunta a elaborare il nuovo Trattato di Lisbona, sottoscritto dai 27 paesi dell’Unione nel dicembre 2007, che modifica in profondità gli equilibri istituzionali europei disegnando un nuovo soggetto politico in grado di rispondere sia all’attuale complessità internazionale che alle nuove esigenze di tutela dei diritti della persona.
Con l’ottava edizione del seminario di cultura europea «Le frontiere dell’Europa» il Centro Culturale intende analizzare il nuovo quadro istituzionale delineato dal Trattato di Lisbona, che supera l’impasse politica in cui si è trovata l’Unione Europea a causa della mancata adozione della Costituzione. In attesa dei processi nazionali di ratifica, il Trattato riorganizza il diritto europeo, adeguando il contesto istituzionale alla partecipazione di 27 paesi e armonizzando le competenze delle diverse istituzioni nazionali, comunitarie e intergovernative fino a reimpostare le regole dell’azione esterna e della tutela giurisdizionale dell’Unione in un quadro di legittimità democratica e di rappresentanza politica. Le innovazioni definite dal Trattato sono numerose e di diversa natura: la personalità giuridica dell’Unione, l’introduzione di nuovi criteri di votazione a doppia maggioranza, la presidenza stabile del Consiglio, la riforma della Commissione e del Parlamento, l’attribuzione di valore giuridico alla Carta dei diritti fondamentali, l’istituzione della figura dell’alto rappresentante per gli affari esteri e la politica di sicurezza, il diritto all’iniziativa legislativa dei cittadini, il controllo del principio di sussidiarietà. Pur in presenza di alcune clausole e concessioni dovute alle resistenze di alcuni paesi membri, tali innovazioni costituiscono un fattore decisivo per una concreta riattivazione delle politiche europee. Tuttavia, sarebbe riduttivo analizzare la portata del Trattato di Lisbona solo per la sua efficacia pragmatica. Infatti, dopo alcuni anni di polemiche antieuropeiste, il Trattato ha avuto anche il merito di interrompere la spirale della crisi innescata dalla mancata ratifica della Costituzione, tanto da creare le condizioni per l’affermazione di una nuova identità europea allo stesso tempo cooperativa e competitiva. Il Trattato prevede infatti la possibilità di creare gruppi di avanguardia in singoli settori, rafforzando il metodo intergovernativo rispetto a quello comunitario in materie fondamentali quali la politica estera o il partenariato commerciale. In questo nuovo quadro europeo a geometria variabile non saranno, dunque, solo le istituzioni comunitarie e intergovernative, ma anche i paesi membri a dover individuare nuove politiche di sviluppo, proponendo cooperazioni rafforzate aperte a coloro che – fermi restando i principi e le istituzioni comuni – accetteranno la sfida dell’innovazione senza essere vincolati dal diritto di veto. Per questo motivo, accanto all’analisi delle specifiche riforme istituzionali introdotte dal Trattato, il seminario affronterà la discussione complessiva del nuovo quadro di integrazione europea, allo scopo di valutarne l’adeguatezza per le sfide interne ed esterne cui l’Unione è chiamata nel quadro della globalizzazione.

Riepilogo

Anno accademico
Tema
  • Il Trattato di Lisbona
Periodo
Informazioni e contatti

La partecipazione è libera. Su prenotazione sono resi disponibili saggi, documenti e materiali informativi che permettono l'approfondimento delle singole lezioni.
A richiesta si rilasciano attestati di partecipazione. Il seminario gode dell'accredito ministeriale per la formazione del personale della scuola (D.M. 18 luglio 2005).
Le lezioni si tengono presso la Fondazione Collegio San Carlo, via San Carlo 5, Modena
Tel. 059/421210, fax 059/421260

cc@fondazionesancarlo.it
www.fondazionesancarlo.it

Conferenze

29/02/2008

Una storia costituzionale

Antonio Padoa Schioppa

Centro Culturale

12/03/2008

L'architettura istituzionale del Trattato di Lisbona

Jacques Ziller

Centro Culturale

28/03/2008

Le innovazioni nell'azione esterna dell'Unione

Franco Venturini

Centro Culturale

11/04/2008

Le libertà civili nel Trattato di Lisbona

Emilio De Capitani

Centro Culturale

23/04/2008

Cooperazione e competizione nella nuova Europa

Sandro Gozi

Centro Culturale