Il discorso si fa complicato se entriamo nel campo della scienza, della tecnologia applicata agli organismi viventi, delle biotecnologie che, superata la stagione matura dei trapianti, sono ora pronte a compiere operazioni quali le clonazioni di animali e gli interventi a scopo terapeutico su cellule embrionali. Si tratta di un’autentica rivoluzione scientifica con contraccolpi etici che non hanno precedenti. (…) Tutti, laici e cattolici, devono prendere atto che le prestazioni attuali della scienza e della tecnologia mediche hanno raggiunto gradi di specializzazione e di autonomia di sperimentazione tali per cui esse dispongono, in modo monopolistico e insindacabile, delle informazioni essenziali sui problemi su cui l’opinione pubblica e la politica sono chiamate a decidere – spesso su problemi sorti per insufficienze tecniche o per scarsa lungimiranza della stessa sperimentazione medica. Non si tratta di porre vincoli esterni alla ricerca ma di costringerla ad essere più trasparente nei suoi assunti, nelle sue procedure e soprattutto più lungimirante nei calcoli delle sue conseguenze. Deve applicare a se stessa l’etica della responsabilità.
Detto questo, nel tema specifico delle biotecnologie i cattolici – è noto – si riservano certezze circa la definizione di ciò che per loro è già un «essere umano» o una «persona» a partire dalle cellule embrionali. Si tratta di una presa di posizione del tipo natura-verità che risponde a una logica metafisica (uso qui questo concetto nel suo significato tecnico-filosofico, senza alcun sottinteso svalutativo), nel senso che essa non aspetta dalla scienza alcun contributo conoscitivo nel merito. (…) È assai probabile che molti cattolici (in particolare negli ambienti medici) non condividano questa impostazione e abbiano lo stesso atteggiamento problematico dei laici; ma a livello di comunicazione pubblica non risulta esserci una posizione cattolica (moderatamente) correttiva di quella ufficiale. Viceversa le posizioni dei laici sono molto differenziate e alcuni condividono le tesi cattoliche; ma ciò che le qualifica è la disposizione a imparare criticamente dalla scienza a ridefinire vita e natura, senza rinunciare con ciò al principio etico dell’uomo-come-fine.
Questo atteggiamento è congruente con l’etica della responsabilità che dovrebbe orientare il comportamento di tutti nel nuovo circuito tra biotecnologie e decisioni collettive, assumendo la responsabilità verso situazioni pregresse prodotte dalla scarsa lungimiranza, e soprattutto verso situazioni future, con la creazione di leggi chiare e trasparenti che concilino princìpi etici e ricerca scientifica.
(da G.E. Rusconi, Come se Dio non ci fosse. I laici, i cattolici e la democrazia, Torino, 2000, pp. 15-18)*
Riferimenti Bibliografici
- D. Bonhoeffer, Resistenza e resa, Cinisello Balsa-mo, 1988;*
- H. Jonas, Il principio responsabilità, Torino, 1990;*
- J. Habermas, Il futuro della natura umana, Torino, 2002.*
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