Homo pictor

L'immaginazione e la costruzione dell'umano

  • Christoph Wulf

    Professore di Scienza dell'educazione - Freie Universität, Berlin

Festival Filosofia

L'ampia diffusione delle immagini, che penetrano oggi ormai tutti i settori della vita umana ed esercitano un certo influsso grazie ai mass media, ci interroga sullo statuto dell'immaginazione risalendo fino al ruolo da essa assunto nella formazione e nella costituzione dell'umano.
In questo quadro si colloca la riflessione di Christoph Wulf, il quale parte da un dato antropologico, secondo il quale la capacità dell'uomo di trasformare in immagini il mondo che egli percepisce e di incorporarlo costituirebbe un dato proprio della condizione umana sia sul piano filogenico che ontogenico. Sull'origine dell'homo pictor, però, non si hanno elementi certi; si  possono considerare come prime tracce le pitture parietali o gli oggetti funerari nel periodo di Neanderthal. Questi ultimi in particolare, secondo Christoph Wulf, ci portano al senso originario di quello che è un'immagine: essa ha lo scopo di colmare un'assenza, come quella insopportabile provocata dalla morte, rappresentando qualcosa che può apparire solo al suo interno.
In questa direzione, si comprende come l'immaginazione sia un'energia che unisce l'uomo al mondo e viceversa, costituendo un ponte fra esterno e interno in modo chiasmico, secondo quanto messo in evidenza da Lacan e Merleau-Ponty. In questa relazione entrano in gioco il mondo interiore delle immagini e lo sguardo mimetico, che consentono l'interiorizzazione e la rielaborazione di copie della realtà.
La riflessione estetica, poi, ha dimostrato che l'immaginazione va oltre la possibilità di trasportare ciò che è assente nel presente, in quanto possiede anche la capacità di modificare l'esistente e di produrre qualcosa di nuovo, di originale, di creativo. L'immagine è dunque polisemica, e di essa possono essere individuate, secondo Christoph Wulf, tre tipologie principali: l'immagine come presenza magica, a cui è riconosciuto il potere di presentificare un essere irraggiungibile e lontano, o come rappresentazione mimetica, nel senso di riproduzione a partire da modelli pre-esistenti, o, infine, come simulazione tecnica, tipologia propria del mondo attuale, che dà ragione del progressivo ampliamento del mondo del visuale e della progressiva estetizzazione di tutti i settori della nostra vita. In tutti questi sensi, emerge come l'immaginazione costituisca un continuo arricchimento del nostro relazionarci al mondo e della nostra elaborazione della cultura, in bilico fra esterno e interno, passato e futuro, copia e novità.

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