Il corpo di Lenin

Sacralità, potere e immortalità politica nel tramonto dell'Unione Sovietica

  • giovedì 25 Novembre 1999 - 17,30
Centro Studi Religiosi

Già prima del 1924, data della morte di Lenin, nel Politburo ferveva un’aspra battaglia su come trattare, dopo il decesso del leader bolscevico, il suo corpo. La soluzione che fu poi gradualmente adottata non era che una delle scelte ventilate: evidentemente la più adatta, secondo la maggioranza dell’organo direttivo rivoluzionario, Per garantire all’Unione Sovietica e al suo simbolo quell’immortalità politica che è l’obiettivo di ogni strategia rituale nell’era della secolarizzazione.
Tale scelta, mentre da un lato si voleva non religiosa, anzi antireligiosa in quanto scientifica, dall’altro presupponeva una fede. E quella soluzione rivelò tutte le sue complesse valenze solo quando il corpo istituzionale che quel body politick simboleggiava andò in frantumi. Anche in questo caso, la battaglia sulla sorte del Cadavere Ingombrante infuriò precocemente: già prima della morte dell’Unione Sovietica (1991), le autorità russe dibattevano con foga sul modo di normalizzare, o addirittura distruggere simbolicamente, quel corpo. Oggi Lenin è ancora nel suo mausoleo, ma privo della Guardia d’Onore e degli specialisti dell’Istituto Lenin che avevano il compito di preservarne la mummia. Nel frattempo, e in sincronia quasi perfetta con la normalizzazione/distruzione simbolica del leader rivoluzionario, i cadaveri della famiglia dello Zar Nicola II, che nel 1918 il plotone d’esecuzione bolscevico aveva tentato di distruggere per nasconderli, erano ritrovati da uno scavo privato autorizzato da Boris Eltsin (1991), identificati scientificamente (1992-1995), e seppelliti, alla presenza dello stesso Eltsin, a San Pietroburgo (già Leningrado), in quella Cattedrale di SS. Pietro e Paolo nella quale sono sepolte molte generazioni dei Romanov regnanti (17 luglio 1998). Il Presidente russo recitava in quel giorno un mea culpa collettivo per quello che non esitava a definire “uno dei crimini più vergognosi della nostra storia”.

Riferimenti Bibliografici


-­ Bertelli S., Grottanelli C. (a cura di), Gli occhi di Alessandro. Potere sovrano e sacralità del corpo da Alessandro Magno a Ceausescu, Firenze, 1990;*
­- Centilivres P., Fabre D., Zonabend F. (a cura di), La fabrique des héros, Paris, 1999;
-­ Lane C., The rites of Rulers. Rituals in Industrial Society - the Soviet Case, Cambridge and New York, 1981;
-­ Luzzatto S., Il corpo del duce. Un cadavere tra immaginazione, storia e memoria, Torino, 1998;
-­ Tumarkin N., Lenin Lives! The Lenin Cult in Soviet Russia, Cambridge (Mass.) and London, 1997;
-­ Zbarskij I., Hutchinson S., All'ombra del Mausoleo. Storia dell'uomo che imbalsamò Lenin, Milano, 1999.

(*) I titoli contrassegnati con l'asterisco sono disponibili, o in corso di acquisizione, per la consultazione e il prestito presso la Biblioteca della Fondazione Collegio San Carlo (lun.-ven. 9-19)

Presso la sede della Biblioteca, dopo una settimana dalla data della conferenza, è possibile ascoltarne la registrazione.

Altre conferenze del ciclo

Torna all'archivio conferenze