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Secondo Hegel la scoperta fondamentale dell’Illuminismo è che tutto esiste per il soggetto. Questo cambiamento teoretico si verificò in concomitanza con le sfide politiche portate all’Ancien Régime in Europa e con l’emergere della moderna società civile. Le forme tradizionali di vita dovettero cedere alle relazioni determinate dalla ragione, grazie alla quale i soggetti potevano raggiungere una crescente influenza sui processi naturali e sociali che inibivano la loro autonoma autodeterminazione.
Mentre all’inizio del XVIII secolo i pensatori continuavano a enfatizzare una ragione e una forma delle cose oggettive, un dato ordine di valori e di relazioni sancite dalla tradizione a cui dovevano attenersi i fini e le azioni dei soggetti, con l’Illuminismo l’attenzione si spostò verso la spontaneità soggettiva, l’autodefinizione e la possibilità di dirigere questa libertà attraverso l’autogoverno e le leggi fondate sulla razionalità. L’emergere della soggettività estetica è connessa con gli importanti sviluppi culturali e teoretici iniziati con l’Illuminismo: uno spostamento dall’oggetto come costituito al soggetto creativo, uno spostamento dalla mimesis, o riproduzione di un ordine naturale, alla spontaneità e all’immaginazione, e dal fondamento assoluto e trascendente dei valori alla loro autenticità soggettiva. La svolta verso la soggettività che si compie dalla fine del XVIII secolo non equivale all’affermarsi dell’individualismo, benché questo assuma un ruolo preminente. Forme di soggettività possono piuttosto essere prese per delineare tipi o gruppi. Questa comunanza o uniformità fra i soggetti è spesso enfatizzata. Ma anche il valore dell’individuo acquisisce un’importanza crescente nell’Illuminismo. La centralità della spontaneità non implica una negazione incondizionata di una qualsiasi trascendenza o del divino. Quello che diviene vitale ora, perfino in alcune correnti tradizionaliste come il pietismo, è la relazione personale che i soggetti assumono nei confronti della fondamentale fonte di valori, anche quando questa è esterna a essi.
(da D. Moggach, Aesthetics and Politics, in G. Stedman Jones and G. Claeys, a cura di, Cambridge History of Nineteenth-Century Political Thought, Cambridge, Cambridge University Press, 2011, pp. 479-480)*
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