Sciamani, guaritori, medici

L'arte della guarigione tra religione e malattia

  • martedì 24 Ottobre 2000 - 17,30
Centro Studi Religiosi

Se si osserva con attenzione, l’approccio del mago non è meno etiologico di quello della medicina convenzionale. Prima di tutto, infatti, il mago cerca una causa e la vede in definitiva come materiale, ma anche e soprattutto la coglie localizzata in una parte del corpo. All’apparenza, dunque, il guaritore non condivide con il medico solo l’approccio etiologico, ma anche quello localistico, come dire che riconduce la malattia al danno, funzionale o somatico, di un preciso apparato o sistema. Il fatto stesso che l’agente patogeno sia invisibile tanto ai profani quanto al malato, ma sia, per contro, "visto" dal guaritore indurrebbe a pensare che questi adotti inconsciamente un approccio infettivologico e, d’altronde, è difficile contestare l’aura magica che è a monte dello stesso concetto di infezione. (…) Resta il fatto che il malato guarisce. La circostanza che la guarigione sia effettuata con l’imposizione delle mani o per il tramite dell’assunzione di sostanze somministrategli dal guaritore è stata sovente spiegata con il ricorso, cosciente o meno, da parte del guaritore a fenomeni di suggestione indubbiamente efficaci nel caso di isterie di conversione, che si manifestano con le stesse sindromi di reali disturbi somatici o funzionali, o con l’adozione di farmaci che, al di là della rozzezza della loro preparazione, contengono princìpi attivi propri del materiale farmacologico in uso nella medicina convenzionalmente intesa. Si tratta di spiegazioni ragionevoli, ma che non toccano il cuore del problema, che consisterebbe semmai nel chiedersi come il guaritore abbia "indovinato" strategie di cura efficaci. La risposta va data a un altro livello, che è quello della capacità del mago, indipendentemente dalla sua condizione frequente di guaritore o accanto ad essa, di fare previsioni coronate da successo.
(da F. Voltaggio, L’arte della guarigione nelle culture umane, Torino 1992, pp. 40-41)*

Riferimenti Bibliografici


- E. De Martino, Il mondo magico, Torino 1967*.
- S. Freud, Totem e tabù, in Opere di Sigmund Freud, vol. VII, Torino 1975*.
C.G. Jung, Simboli della trasformazione, Torino 1970*.
- C. Lévi-Strauss, Il totemismo oggi, Milano 1964*.
- U. Marazzi (a cura di), Testi dello sciamanesimo siberiano e centroasiatico, Torino 1984*.
E. Rohde, Psiche, 2 voll., Bari 1970*.

(*) I titoli contrassegnati con l'asterisco sono disponibili, o in corso di acquisizione, per la consultazione e il prestito presso la Biblioteca della Fondazione Collegio San Carlo (lun.-ven. 9-19)

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