L'Anticristo

Vol. 1 Il nemico dei tempi finali/ testi dal II al IV sec.


Le due lettere apostoliche di Giovanni (composte intorno al 100 d.C.) sono i primi testi in cui compare il termine “Anticristo”: a partire da esse, avvertono i curatori, alla fine dell’Ottocento si iniziò a far risalire la tradizione escatologica legata a questa figura a una trasformazione di miti che, attraverso i secoli, hanno caratterizzato stabilmente le grandi religioni del mondo antico. Il primo scritto appositamente dedicato all’Anticristo è invece giunto a noi sotto il nome di Ippolito, identificato come vescovo orientale del III secolo e che sottolinea la simmetria tra Anticristo e Cristo. Lo studio degli sviluppi che questa “figura” ha conosciuto nei secoli deve tenere conto degli ambienti in cui vennero prodotti i testi a essa relativi, evitando quindi di interpretarli in modo unitario, e deve essere inserito nella riflessione che le tre grandi religioni monoteistiche hanno dedicato al dramma del male. Pertanto la tradizione letteraria e dottrinale legata all’Anticristo non deve essere considerata come un mito, ma come una retorica esegetica e teologico-politica, dove con il termine retorica si intende la costruzione di un discorso persuasivo. La rappresentazione letteraria dell’Anticristo, sottolineano i curatori del volume, può subire trasformazioni radicali in rapporto al mutare delle contingenze storiche e degli intenti degli scrittori. Per questo motivo ritroviamo in essa gli echi e le inquietudini provocate dalle persecuzioni ordinate dall’imperatore Nerone e gli atteggiamenti nei confronti degli ebrei che da un lato erano accusati di essere sedotti dal male e dall’altro dovevano rivestire il ruolo di artefici del riscatto dal suo dominio: sarà soprattutto Commodiano (attivo intorno al 250) a sviluppare questi temi. La creazione di questa figura non si comprenderebbe al di fuori del conflitto ermeneutico che nel II secolo oppose i Giudei ai cristiani e divise gli stessi cristiani: l’Anticristo di Giovanni indica specificamente chi si oppone a Cristo e non ha un’implicazione escatologica, come avvenne invece a partire dal III secolo. E’ in quest’epoca, con le riflessioni del vescovo di Lione Ireneo, che l’Anticristo viene pensato dapprima con un preciso intento di lotta alle eresie, e in un secondo tempo ponendosi in competizione con l’escatologia giudaica. In quegli anni si assiste infatti a una drammatica accelerazione delle attese escatologiche da parte di alcune correnti cristiane. Sui tempi della venuta dell’Anticristo bisogna registrare una doppia tradizione di pensiero: da un lato chi, come Ireneo, ne colloca la venuta in un’epoca futura, dall’altro chi, come Cipriano di Cartagine, considera invece imminente il suo arrivo che darà consolazione ai mali sofferti dagli eletti.

Dati aggiuntivi

A cura di
Anno pubblicazione 2005
Recensito da
Anno recensione 2006
Comune Milano
Pagine XXXVIII + 582
Editore