Nichilismo e politica


Il volume prende spunto da un’affermazione di Walter Benjamin, risalente agli anni Venti, in base alla quale “il nichilismo costituisce il metodo dell’azione politica mondiale”. Questi contributi – tra cui si segnalano i testi di G. Carillo, F. Fer-raresi, M.L. Lanzillo, E. Lisciani Petrini e E. Stimilli, oltre a quelli dei tre curatori – si propongono dunque di restituire l’ampia discussione a cui ancora oggi, a quasi un secolo di distanza, quella sentenza aforistica è capace di dar vita. Ciò che allora poteva sembrare soltanto un’intuizione, per quanto suggestiva e profetica, riceve ora una trattazione analitica nelle tre sezioni in cui il volume risulta suddiviso, “L’impolitico e la comunità”, “Il potere del niente” e “Teologia o nichilismo”: ognuna di esse affronta il nesso di nichilismo e politica – intravisto per primo da Benjamin – scegliendo un particolare punto di osservazione. Tre testi, fino ad oggi inediti in Italia, di autorevoli filosofi contemporanei sono posti all’inizio di ciascuna sezione e servono ad introdurre l’ambito tematico su cui si soffermano i vari interventi: così, Jean-Luc Nancy getta una luce sugli aspetti “nichilistici” dell’esperienza espropriante della comunità, mentre Leo Strauss ricorda l’origine specificamente tedesca del nichilismo contemporaneo ed il suo progetto di contestazione della civiltà moderna. Infine Jacob Taubes illustra alcuni risvolti teologici della meditazione compiuta da Heidegger sul “Nulla”, da egli posto a “fondamento” della concezione occidentale dell’essere in quanto ente. Non soltanto Heidegger, ma anche Nietzsche e, poi, Hegel sono le figure a cui maggiormente attingono gli studiosi impegnati nella stesura del volume, sia per le interpretazioni fornite dai primi due sul “fenomeno nichilistico” considerato come un filo invisibile che attraversa la storia dell’Occidente, sia per l’influenza che la teoria della negazione dialettica del terzo ha esercitato sull’antropologia del “Desiderio” di Alexandre Kojève, sulla nozione di dépense elaborata da Georges Bataille, sull’ontologia della “carne” dell’ultimo Merleau-Ponty. Rendono ancora più prezioso il volume il saggio dedicato al tema della “barbarie” in Vico e quello sul ruolo giocato da Nietzsche nella maturazione dell’opera sociologica di Max Weber: non solo il processo di razionalizzazione occidentale viene da questi descritto impiegando il metodo genealogico, ma anche il concetto di “politeismo dei valori” con cui caratterizza la modernità secolarizzata sembra trarre origine dal principio della volontà di potenza.

Dati aggiuntivi

A cura di
  • Roberto Esposito

    Professore di Filosofia teoretica - Istituto Scienze Umane di Firenze

  • Carlo Galli

    Professore di Storia delle dottrine politiche - Università di Bologna

  • Vincenzo Vitiello

    Professore di Filosofia teoretica - Università di Salerno

Anno pubblicazione 2000
Recensito da
Anno recensione 2001
Comune Roma-Bari
Pagine 328
Editore