La Carta dei diritti dell'Unione Europea

Il dibattito sulla costruzione dell'Europa politica

  • lunedì 25 Marzo 2002 - 21
Centro Culturale

In Europa, in principio era il mercato. Poi vennero i diritti. Eppure l’unificazione europea nasce subito come disegno politico, sorretto da precise finalità politiche, non solo come spazio economico comune. Ma la Comunità, alle sue origini, sembrava poter sancire e garantire solo i diritti strettamente necessari per la progressiva instaurazione del mercato unico, le quattro libertà di circolazione: delle persone, dei capitali, dei beni, dei servizi. I diritti fondamentali e le loro garanzie continuavano a costituire il nucleo intimo di esclusiva competenza di ciascuno Stato. Fu solo quando l’Europa politica iniziò a crescere con istituzioni non solo economiche – e il momento centrale fu certamente l’elezione diretta del suo parlamento – che i diritti, tutti i diritti, cominciarono ad essere considerati come patrimonio comune dei cittadini europei, indipendentemente dalla loro funzione mercantile. Da far valere nei confronti del nuovo potere pubblico che si andava costituendo: il potere pubblico europeo […].
L’elaborazione di una Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea […] non è un mero catalogo compilativo fine a se stesso. Essa serve «al fine di sancire in modo visibile l’importanza capitale e la portata di tali diritti per i cittadini dell’Unione». La raccolta e l’estrazione dei diritti fondamentali vigenti sono, dunque, attività preparatorie a una dichiarazione sanzionatoria sia del loro valore costitutivo sia della loro portata giuridica. Malgrado la loro prudenza, anche dalle espressioni letterali usate nel Consiglio europeo del giugno 1999 si intende, dunque, l’inevitabile carattere novativo dell’operazione che così si avviava rispetto alla situazione giuridica preesistente. Novazione inevitabile per tre ragioni oggettive. In primo luogo, la raccolta in un unico contesto dei diritti fondamentali vigenti nell’Unione, si risolve più che nella loro ricognizione, in una agnizione della natura costituzionale dell’Unione. I diritti fondamentali non sono più qualcosa che «sta fuori» dell’ordinamento giuridico dell’Unione e che essa deve solo «rispettare» (cfr. art. 6 Tue). Essi sono ora qualcosa che «sta dentro» l’ordinamento dell’Unione e questa deve «tutelare» come suo compito, «presupposto indispensabile della sua stessa legittimità». In secondo luogo, la contestualità dei diritti in un corpus unitario, con effetti di contagio in termini di universalità, indivisibilità, sistematicità, determina una diversa e creativa«lettura» dei diritti catalogati, quali ne siano le fonti. «Ogni volta che un diritto fondamentale viene estrapolato dal suo contesto e inserito in uno diverso il suo contenuto è destinato a mutare, così come sono destinati a mutare i termini del suo bilanciamento con gli altri diritti o interessi costituzionali». In terzo luogo, l’autonoma «sanzione» di una Carta dei diritti viene a configurare di per sé la forma più alta di sovranità costituzionale fin qui espressa dall’Unione. E questo sia in ambito internazionale (con l’assorbimento del rinvio alla Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali), sia in ambito sopranazionale (con l’assorbimento del rinvio alle «tradizioni costituzionali comuni degli Stati membri»).
(da Andrea Manzella, Dal mercato ai diritti, in AA.VV., Riscrivere i diritti in Europa, Bologna, il Mulino, 2001, pp. 29-33)*

Riferimenti Bibliografici


- AA.VV., Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea, Milano, Giuffré, 2001;
- AA.VV., L’Europa dei diritti, Bologna, il Mulino, 2001;
- AA.VV., Riscrivere i diritti in Europa, Bologna, il Mulino, 2001;*
- M. Panebianco (a cura di), Repertorio della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea, Milano, Giuffré, 2001;
- S. Veca, A proposito della “Carta dei diritti fondamentali” dell’Unione Europea, in “Iride”, XIV, 2001, n. 32, pp. 5-12.*

(*) I titoli contrassegnati con l'asterisco sono disponibili, o in corso di acquisizione, per la consultazione e il prestito presso la Biblioteca della Fondazione Collegio San Carlo (lun.-ven. 9-19)

Presso la sede della Biblioteca, dopo una settimana dalla data della conferenza, è possibile ascoltarne la registrazione.

Altre conferenze del ciclo

Torna all'archivio conferenze