L'intenzione di Meister Eckhart

Teologia e filosofia nell'interpretazione della Bibbia

  • Kurt Flasch

    Professore emerito di Filosofia medievale - Universität Bochum

  • venerdì 12 Marzo 2004 - 17.30
Scuola Alti Studi

Audio integrale

La conferenza sarà tenuta in lingua italiana

Desidero richiamare l’attenzione su di un passo in cui Eckhart ha delineato i propri intenti. All’inizio della sua interpretazione del Vangelo di Giovanni, Eckhart si trovava a dover chiarire la frase: «In principio era il Verbo». Egli scrisse: «Nello spiegare queste parole e quelle che seguono, è intenzione dell’autore – come in tutti i suoi scritti – esporre attraverso la ragioni naturali dei filosofi ciò che è affermato dalla santa fede cristiana e dalla Scrittura, in entrambi i Testamenti». Quel che qui importa è che Eckhart affermi che questa è la sua intenzione in tutti i suoi scritti. Qui non si parla affatto di «mistica», ma di interpretazione della Bibbia. Si trattava di una spiegazione della Bibbia di tipo particolare, poiché procedeva con l’aiuto di argomentazioni filosofiche, in opposizione alla divisione delle discipline affermatasi soprattutto successivamente alla ricezione di Aristotele e al dibattito sull’averroismo. Eckhart voleva unire teologia e filosofia – ma dal lato della filosofia. Non voleva soltanto dimostrare filosoficamente che Dio è causa del mondo, ma la relazione essenziale che intercorre tra Dio e uomo. Studiare filosoficamente l’incarnazione non significava escludere il Gesù storico, ma mirare a considerare ogni uomo come figlio di Dio. Qui, nel Commento a Giovanni, come in tutte le sue opere, Eckhart voleva sviluppare in senso filosofico, come filosofia della natura e come filosofia morale, quelli che nella Bibbia erano solo degli accenni al tema della sapienza […]. Eckhart cercava di accordare filosofia e teologia. Secondo lui, servendosi di argomentazioni rigorosamente filosofiche, era possibile individuare quei tratti fondamentali della filosofia della natura cui il Vangelo accennava. Sviluppare concettualmente questo contenuto era per lui senza dubbio oggetto della filosofia. Per comprendere Eckhart è decisivo il fatto che anche nei suoi testi tedeschi, per esempio nel Libro della consolazione divina, egli intendesse procedere servendosi di argomentazioni filosofiche, ovvero della cosiddetta «ragione naturale». Eckhart insisteva sul fatto che la sua dottrina non si trovava solo nelle Scritture, ma anche certamente «nel lume naturale dell’anima dotata di ragione».
(da K. Flasch, Introduzione alla filosofia medievale, Torino, Einaudi, 2002, pp. 218-220)

Riferimenti Bibliografici

- A. De Libera, Storia della filosofia medievale, Milano, 1995;* - Meister Eckhart, Commento al Vangelo di Giovanni, Roma, 1992; - Meister Eckart, Opere tedesche, Firenze, 1982; - C. Vasoli, La filosofia medioevale, Milano, 1967.*

(*) I titoli contrassegnati con l'asterisco sono disponibili, o in corso di acquisizione, per la consultazione e il prestito presso la Biblioteca della Fondazione Collegio San Carlo (lun.-ven. 9-19)

Presso la sede della Biblioteca, dopo una settimana dalla data della conferenza, è possibile ascoltarne la registrazione.

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