Nietzsche e la grecità

  • da martedì 12 Marzo 2013 a venerdì 15 Marzo 2013
Scuola Alti Studi

Di pochi filologi conosciamo la formazione e lo sviluppo, le motivazioni della scelta del loro mestiere, come accade per Friedrich Nietzsche. Di lui rimane un copioso materiale, fin dagli anni della prima formazione, disponibile nell’edizione critica Colli-Montinari delle opere, dei materiali postumi e della corrispondenza. La pubblicazione integrale degli scritti giovanili e delle lezioni di Basilea, nonostante che il testo sia ancora privo degli apparati, facilita una più accorta e autonoma valutazione del lavoro filologico di Nietzsche all’interno della storia degli studi classici e permette di conoscere il complesso rapporto di interazione e conflittualità tra un mestiere, praticato con crescente sicurezza, e il sorgere della sua identità filosofica.
Due lezioni saranno dedicate al rapporto tra la pratica filologica di Nietzsche, la sua riflessione critica e autocritica e il sorgere e svilupparsi della sua filosofia.
Una terza lezione sarà dedicata alla Nascita della tragedia: al ruolo di categorie innovative sul mondo greco all’interno di una "metafisica dell’arte" fortemente improntata dalle teorie musicali e teatrali di Richard Wagner e dalla filosofia di Schopenhauer. Un consolidato luogo comune della tradizione interpretativa vuole Nietzsche espressione tipica dello spirito germanico: anche il suo rapporto con l’antichità in fondo non rappresenterebbe che un’originale variante del "germanesimo greco". Tale lettura si impernia esclusivamente sul filosofo wagneriano/germanico e ‘antilatino’ della Nascita della tragedia che valorizza la musica del maestro come dionisiaca resurrezione dell’antichità classica, capace di ‘rigenerare’ la cultura tedesca. Si fraintende così l’intero percorso compiuto da Nietzsche senza osservare che, liberatosi dalle pastoie wagneriane e schopenhaueriane, Nietzsche vedrà nei francesi del XVII secolo, gli eredi più genuini della Grecità. A partire da Umano, troppo umano Nietzsche opera una cesura definitiva col ‘germanesimo’ e, nei confronti del mondo greco, un cambiamento di atteggiamento più volte sottolineato dal medesimo Nietzsche che afferma di essere ora «cento passi più vicino ai Greci, di quanto lo fossi prima». L”illuminismo’ di Voltaire che caratterizza ‘lo spirito libero’ continua – a suo giudizio – la tradizione che inizia con l’Umanesimo di Petrarca ed Erasmo capace di riappropriarsi originalmente e in modo vitale della cultura antica. La metafora ‘danzare in ceppi’, che per Nietzsche significa la più alta arte e cultura e vale per i grandi del Seicento, come per i Greci, è ripresa letteralmente da Voltaire.
La quarta lezione analizzerà il movimento di separazione e la radicale trasformazione della concezione della Grecità in Nietzsche. Importanti per questo gli appunti dedicati al progetto, non realizzato, per la considerazione inattuale Noi filologi.
La quinta lezione sarà dedicata alla figura di Socrate che assume in Nietzsche una valenza fatale ed epocale e che, pur in varie metamorfosi, accompagna l’intero percorso di Nietzsche: "Socrate, il punto decisivo [Wendepunkt] e il vertice della cosiddetta storia universale" – scrive Nietzsche nella Nascita della tragedia usando lo stesso termine Wendepunkt con cui Hegel termina la sua trattazione del filosofo greco nelle Lezioni sulla storia della filosofia. Un Socrate monstrum e consapevole caricatura – ma anche sfuggente e ambiguo demone tentatore, che ha sedotto e seduce – rivela e sottolinea aspetti della riflessione e della personalità di Nietzsche.
Le ultime due lezioni saranno dedicate ai filosofi presocratici mettendo in luce le differenze tra il testo postumo La filosofia nell’epoca tragica dei Greci (ancora legato, in buona parte, alla "metafisica dell’arte") e le lezioni filologiche dedicate a questo tema. Nietzsche mette progressivamente in luce, nei filosofi presocratici, la lotta contro il mito, la posizione favorevole alla scienza ed alla conoscenza contro le religioni del tempo. Le sue lezioni sui preplatonici presentano vari excursa legati alla riflessione sulle scienze naturali a lui contemporanee. In quei filosofi, Nietzsche trova nuove concrete possibilità di una vita superiore che sa fare a meno del mito che illuminava, ma anche circoscriveva, la ‘polis’. Si avverte un ‘piglio cartesiano’ nella decisione di rinunciare alla tradizione: i filosofi presocratici si spogliarono del mito che faceva risplendere la vita dei Greci, eppure riuscirono a vivere in modo superiore. L’individuo "vuole poggiare su se stesso", questi filosofi scelsero un modo di vita al di fuori delle illusioni "in cui le difficoltà sono enormemente accresciute. Chi vuole la conoscenza dovrà sempre nuovamente abbandonare la terra su cui vive l’uomo, avventurandosi nell’incertezza; e l’impulso che vuole la vita, dovrà sempre nuovamente cercare a tastoni un luogo abbastanza sicuro, per potersi fissare su di esso" (framm. 6 [48] 1875). Alla immediata intuizione geniale e al ‘sogno vero’ dell’arte, centrali nella Nascita della tragedia, si contrappone ora un cammino ordinato, un difficile percorso di liberazione. 

 

 

1. Nietzsche e la filologia. La filologia e Nietzsche

2. Le lezioni di Basilea: una nuova concezione dei Greci

3. La nascita della tragedia: i Greci con Schopenhauer e Wagner

4. I Greci alla luce della filosofia dello "spirito libero"

5. La figura di Socrate nella filosofia di Nietzsche

6. Nietzsche e i filosofi presocratici: La filosofia nell’epoca tragica dei Greci

7. Nietzsche e i filosofi presocratici: le lezioni I filosofi preplatonici

Riferimenti Bibliografici

 

Testi di F. Nietzsche


Appunti filosofici (1867-1869), Adelphi, Milano 1993;

Il servizio divino dei Greci, Adelphi, Milano 2012*;

La nascita della tragedia, Adelphi, Milano 1982 (terza edizione)*;

Frammenti postumi. Vol. 5. Inverno-primavera 1875 - primavera 1876, Adelphi, Milano, 2009;

Il problema Socrate, in Id., Il crepuscolo degli idoli, Adelphi, Milano 1970*;

La filosofia nell'epoca tragica dei Greci, Adelphi, Milano 1980 (seconda edizione)*;

I filosofi preplatonici, Laterza, Roma-Bari 2005.


Letteratura critica


G. Campioni, Nietzsche. La morale dell'eroe, Edizioni ETS, Pisa 2009;

Id., Il Rinascimento in Wagner e nel giovane Nietzsche, in «Rinascimento», XXXVIII, 1998, pp. 81-121*;

L. Cataldi Madonna, Il razionalismo di Nietzsche, Edizioni Scientifiche Italiane, Napoli 1983;

G. Colli, La nascita della filosofia, Adelphi, Milano 1975*;

P. D'Iorio, L'image des philosophes préplatoniciens chez le jeune Nietzsche, in T. Borsche, F. Gerratana, A. Venturelli (hrsg.), ‘Centauren-Geburten'. Wissenschaft, Kunst und Philosophie beim jungen Nietzsche, de Gruyter, Berlin-New York 1994, pp. 383-417*;

F. Ghedini, Il Platone di Nietzsche, Edizioni Scientifiche Italiane, Napoli 1999;

S. Kofman, Nietzsche et la métaphore, Éditions Galilée, Paris 1983;

P. Lacoue-Labarthe e J.-L. Nancy, Friedrich Nietzsche. Rhétorique et langage. Textes traduits, présentés et annotés, in «Poétique», 5, 1971, pp. 99-142*;

A. Orsucci, Da Nietzsche a Heidegger. Mondo classico e civiltà europea, Edizioni della Scuola Normale Superiore, Pisa 2012*;

G. Ugolini, Guida alla lettura della "Nascita della tragedia" di Nietzsche, Laterza, Roma-Bari 2007*.

(*) I titoli contrassegnati con l'asterisco sono disponibili, o in corso di acquisizione, per la consultazione e il prestito presso la Biblioteca della Fondazione Collegio San Carlo (lun.-ven. 9-19)

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